Mille et un flacons

IL PROFUMO 4.0

La ricerca si sta adoperando, e aiuterà non poco sia i creatori di fragranze sia i suoi appassionati fruitori, da sempre impegnati nel raggiungimento della giusta persistenza del profumo, perché non del tutto appagati dai timidi traguardi raggiunti e non di rado frustrati dall’eccessiva evanescenza.

In Francia, c’è un’espressione precisa: ‘avoir la peau à parfum’.

“Avere una pelle adatta al profumo”, indica la peculiarità dell’epidermide di una determinata persona (in genere maggiore è la sua idratazione, più sarà durevole) di trattenere nelle sue trame la fragranza, di sublimarla senza farla virare, facendola persistere più a lungo nel tempo.
A tal proposito, si sono già messi al lavoro i ricercatori della Casa GIVAUDAN, il cui il responsabile, Fabrice Lefevre, ha spiegato come «Il nostro centro studi sta ideando delle molecole profumate che si attivano a contatto con la pelle. I profumi della Next Generation si appoggeranno sulla flora batterica per diffondersi in maniera ottimale: una volta applicati sulla pelle, magari con una texture meno liquida, la solleciteranno a produrre quei lipidi che permettono alle componenti olfattive di essere meno volatili e alla pelle di mantenere l’idratazione. Si creerà dunque un collegamento tra microbioma-pelle-profumo».

Un’altra tendenza del Domani sarà quella della personalizzazione della Fragranza.

Una chance per distinguersi dalle proposte massificate e banali imperanti nel mass-market, in realtà già esistente chez LOUIS VUITTON e altre Case ammiraglie del Lusso, ma nel futuro il Profumo sarà sempre più ‘customizzato’ e ci si orienterà al piacere dell’esclusività di potere indossare un sentore unico, creato ‘ad personam’.

Altra prerogativa sarà il ‘focus’ sempre più incentrato sulla ecosostenibilità e l’upcycling.

In primis, per cercare di ridurre l’inquinamento, ma anche per dare vita, in maniera consapevole, a qualcosa di nuovo ma comunque desiderabile riutilizzando materiali di scarto e esausti; pioniere per antonomasia ETAT LIBRE D’ORANGE (di cui abbiamo già parlato QUI) che nel 2018, in collaborazione con il network Ogilvy Paris e il Naso Daniela Roche Andrier, ha creato “I Am Trash”(in versione francese “Les Fleurs du Déchet“) impiegando cortecce di legno di sandalo già filtrate, petali di rosa sfioriti e persino mele in là di maturazione eccedenti dall’industria alimentare.
Ben due lustri prima, nel 2008, HONORÉ DES PRÉS aveva creato la sua superba collezione Green improntata su materie prime e ingredienti naturali 100% certificati BIO, avvalendosi, nel suo concepimento, della maestria di OLIVIA GIACOBETTI che ha realizzato, con profitto, articolate e raffinate Piramidi Olfattive senza avvalersi di alcun componente di sintesi!
Il Profumo dell’anno che verrà sarà quindi durevole, personalizzato, sostenibile e, guarda un po’, si assumerà con dell’acqua come una compressa.
Sì, avete capito bene, secondo FRANÇOIS DEMACHY, vincitore nel 2016 del titolo speciale ‘Profumiere dell’anno’ con ‘Sauvage’ di Dior – ne avevamo già parlato, QUI – e già Naso per Chanel, LVMH et alia, il Profumo del futuro sarà una pillola che, ingerita, ci consentirà di avere una pelle profumata in modo endogeno…
Ci si azzarda infine anche a sostenere che, tra qualche tempo, ci sarà la straordinaria possibilità di annusare una pietanza, un vino, un bouquet, una persona e quant’altro appare sullo schermo, grazie all’Olfatto digitale.
Questo è almeno ciò che asserisce la rivista ’Science’ secondo la quale basterà inserire delle cartucce nei nostri telefoni, tablet e altri device per percepire distintamente gli odori con un naso elettronico, attraverso un complesso sistema di AI.
Vero è che, nel Sol Levante, già da una decina di anni esiste un dispositivo per smartphone chiamato ‘Scentee’ -ideato dall’l’imprenditore giapponese Koki Tsubouchi – che è in grado di riprodurre molteplici sentori come caffè, menta, fragola, lavanda, curry, patate rosolate al burro, riso e anche carne di maiale. Questo apparecchio, composto da un dispenser contenente la fragranza selezionata e un’app ad esso collegata, ad ogni notifica rilascia meravigliosamente l’aroma scelto, consentendo peraltro di ricevere notifiche ‘social’ profumate, impostare la sveglia per venire destati coccolati dalla propria fragranza preferita, così come due utenti in possesso di Scentee possono inviarsi romanticamente e-mail e messaggi profumati…
Cosa chiedere più di così!?
...segui Alessandra.

Povere creature!

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Alessandra Vittoria Pegrassi
Andrea G. Pinketts (noto scrittore noir Milanese mio amico di cuore, mio braccio destro e alle volte pure sinistro) aveva già inquadrato ed incoraggiato il mio senso del gusto, o meglio del buon gusto, quando quindicenne andavo a comprarmi da un droghiere del quadrilatero, facendomi fuori la paghetta mensile, aulentissimi bonbons alla violetta, meringhette all’anice e collutori ai petali di rosa. Questa precoce ma solida ricerca del buono anche sinesteticamente parlando mi ha poi condotta a Parigi ove un profumiere stregone mi ha insegnato pian pianino e svelato poi i prodigi della composizione dei bouquet e delle sue note...

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