Un fotogramma della cena Trimalchionis nella trasposizione filmica del Satyricon di Federico Felini.
Senso del gusto e gusto del senso

Dell’origine del cattivo gusto

Dalla cena di Trimalcione ad Halloween

La funzione esorcizzante del banchetto, inteso come un momento di lauta libagione conviviale, ci proviene dai costumi romani e dalle cronache di questi, non infrequentemente riportati dai letterati, che nel descrivere questi banchetti, sottolineando di essi il cattivo gusto e la volgarità intrinseci, compartecipavano di un nuovo genere letterario, quello satirico.
All’epoca di Petronio, tuttavia, la coscienza satirica era già formata al punto che l’autore, elegantiae arbiter alla corte neroniana, proconsole prima e console poi, in Bitinia, dove aveva maturato un senso del gusto raffinato e nobilissimo, aveva appunto intitolato Satyricon la sua opera maggiore: una satira grottesca dove accanto alle vicende dei due infelici protagonisti, Encolpio e Ascilto, narra di un banchetto leggendario, unanimemente considerato l’atto di nascita della bassezza, del cattivo gusto e della volgarità, non solo a tavola.
Va da sé che, prima dell’imbarbarimento dei costumi culminato in epoca romana, il banchetto aveva una funzione rituale e sacra. Poi, fu presso l’aristocrazia romana ch’esso acquisì un valore di status symbol: associato com’era all’ostentazione della ricchezza, divenne oggetto d’argomento privilegiato della letteratura satirica.

Ma cosa c’entra, tutto questo, con Halloween? Quasi tutto, perché fu proprio grazie a questo sdoganamento del cattivo gusto che anche la morte può fare il suo ingresso a tavola.

Il motivo della caducità delle cose e della inesorabilità del tempo ricorre più volte durante la cena, da qui l’invito di Trimalcione a mangiare e godere dello spettacolo da lui offerto con la formula “Cenemus; hoc est ius cenae”, dove iūs ha la duplice, ambigua accezione di “sugo” e di “diritto” e, difatti, tutta la cena sarà costruita attorno all’ambiguità di piatti e di portate che sono concepite come inganni, “dolcetti o scherzetti” per i suoi ospiti.

Date queste premesse, non stupirà dunque apprendere che, nel momento culminante della cena, un servo deporrà sulla tavola uno scheletro d’argento, con tanto di articolazioni e vertebre mobili.

Presagio, questo, del cattivo gusto a venire: tanto nella cena Trimalchionis – che culminerà con la simulazione della morte, e relativo funerale in pompa magna del padrone di casa – quanto nelle sorti dell’umane genti del mondo Occidentale intente, oggi, a festeggiare questo esotico Halloween.

A tavola col Barone Rampante

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Leila Salimbeni
In famiglia si ritiene essere la reincarnazione del nonno materno, grande appassionato tanto di narrativa quanto di vino. Da questa vulgata mutua una grande passione per la ricerca del senso, che disciplina attraverso una laurea in Semiotica e riversa oggi in tutti i suoi testi, alla perenne ricerca del "Sacro Graal”. 

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