È passata quasi in sordina, ormai l’anno scorso, la notizia del Lambrusco partito da Calerno di Sant’Ilario (RE) che Silvio Berlusconi ha inviato in dono a Vladimir Putin
Se difatti la questione sembra aver generato solo una timida ma non irrilevante eco geopolitica, presso il mondo dei sedicenti appassionati di vino la scelta dell’ex-Cavaliere ha invece destato scarsissima attenzione.
Le fonti sono, del resto, leggermente controverse in merito: da una parte si parla di una bottiglia (il ché sembra poco probabile), dall’altra, di un via vai di bottiglie tra Arcore e il Cremlino; uno scambio in natura, questo, che al momento dei fatti sembra aver attirato l’attenzione di Bruxelles secondo cui le donazioni di alcolici, e nella fattispecie si parla di bottiglie di vodka spedite da Putin a Berlusconi il quale avrebbe ricambiato, dalla sua, con del Lambrusco Reggiano, potrebbero aver violato le contromisure europee alla guerra in Ucraina.
A farlo intendere la portavoce Ue per gli Affari Esteri Nabila Massrali già all’indomani dei fatti, lo scorso ottobre, mentre l’eurodeputato di Renew Europe, Guy Verhofstadt, avrebbe tuonato solingo, contro l’ex-premier, apostrofandolo “IL PRINCIPE PAGLIACCIO DELLA POLITICA ITALIANA”.
Da allora, poi, più nulla, e d’accordo che il Parlamento Europeo abbia avuto, magari, altre priorità, ma nemmeno il consesso degli appassionati di vino italiano sembra aver trovato interessante il fatto che tra tutti i vini possibili quello scelto dall’ex-Cavaliere sia stato proprio un semplice, umile, modesto Lambrusco.
Comfort-Vino per antonomasia, volendo tentare un’interpretazione più profonda, quasi psicologica, dei fatti, la scelta di questo vino parla molto eloquentemente della grande intesa, del senso di familiarità e perfino dell’intimità che sussiste tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.
Il Lambrusco è, difatti, tutto fuorché un vino istituzionale
Ruspante come gli ultra-settantenni coinvolti in questa vicenda, esso rappresenta l’informalità per antonomasia e, a guardarci bene, va oltre
Più che colloquiale, vernacolare, un Lambrusco si regala di norma a persone con le quali si ha un livello di confidenza tale da non preoccuparsi nemmeno dell’esiguo valore del dono, ovvero del prezzo speso, qui molto più che modesto.
Il fatto, poi, che il mittente abbia un patrimonio stimato di 6,7 miliardi di dollari enfatizza ulteriormente la semplicità dell’omaggio, collocando il gesto di Berlusconi su un altro piano rispetto a quello in cui dovrebbe trovarsi.
Non un piano diplomatico, dunque, bensì affettivo e, in definitiva, risolutamente famigliare
È per questo che, credo, la notizia avrebbe dovuto generare una eco più importante sotto tutti i punti di vista, non ultimo per il fatto che si presta, e come poche altre, a rappresentare l’Italia contemporanea in tutta la sua più tragicomica essenza.
...segui Leila.
Commenti