Il Privé di Davide Bertellini

Luigi Mazzola

Chi sei?

Sono Passione e cambiamento: i drive della mia vita. Io lascio sempre il certo per l’incerto.
Il mio lavoro si divide in tre sezioni: sono un commentatore e ho una mia community di appassionati dove racconto tutto ciò che è la F1, che è sempre stata la mia vita; ho iniziato come ingegnere di pista di F1 e poi sono diventato coordinatore dello sviluppo e dell’affidabilità della vettura. Tutto ciò dall’88 al 2009 poi ho cambiato tutto. Sono tornato a scuola per imparare quello che mi serviva per essere efficace nel management e sono diventato “coach” molto presto quando qui in Italia se ne parlava ancora poco. Ho unito la teoria con la pratica grazie alle esperienze vissute negli anni, avendo avuto la fortuna di lavorare o conoscere persone come Prost, Senna, Schumacher, Todt, Ross Brown, il presidente Montezemolo, Valentino Rossi.

Ho fatto il coach anche per Djokovic

Infine, insieme ad altre due persone, ho avuto l’idea di lanciare una START-UP che andrà a rivoluzionare quello che è il mondo dell’automotive che si sta spingendo verso la guida autonoma e semi-autonoma. L’idea è quella di utilizzare tutta la tecnologia acquisita e l’intelligenza artificiale per poter registrare lo stile di guida delle persone in modo da renderlo replicabile.

La tua più grande passione?

Intanto diamo la definizione di passione: la passione è collegata alla motivazione che a sua volta è collegata ai valori. La motivazione di una persona è la consapevolezza di ciò che fa per soddisfare ciò che è. E ciò che è sono i valori di una persona. Se hai chiari quali sono i tuoi valori e se vai a fare una cosa che li soddisfa sei motivato. La passione è ciò che farò sulla base di ciò che faccio o che ho fatto per soddisfare ciò che sono quindi io ho ben chiaro quello che sono e ho ben chiaro quelli sono i valori per me fondamentali e tutto ciò che soddisfa questo a me da divertimento, da libertà e da voglia. La passione è legata a ciò che sono; io sostanzialmente sono un essere sfidante (ovunque cerco e trovo la sfida e la competizione); un altro valore per me fondamentale è il rispetto e il fare del bene alle persone. Per tutta la mia vita ho sempre cercato di aiutare il prossimo facendo sì che quest’ultimo potesse giovare della mia presenza e del mio aiuto.  Poi adoro l’innovazione, la tecnologia, il nuovo ciò che non esiste che è direttamente connesso alla spiritualità e alla creatività. Tutto ciò che non c’è mi affascina. E la F1 è l’unione di tutto ciò: è scoprire quello che non esiste.

La tua più grande paura?

La paura è la proiezione nel futuro di qualcosa che potrebbe capitare ma che non è ancora capitato. L’obiettivo di per sé genera paura. La paura blocca ma dal momento in cui la persona ha coraggio ed è animata dalla sfida la supera. Quindi non posso dire che ho paura ma ho coraggio.

Colore preferito?

Il rosso che è la passione.

In che epoca viviamo?

Viviamo in un’epoca di opportunità straordinarie. Il Covid mi ha resettato. E mi ha dato l’opportunità di vedere altro. Soprattutto di capire cosa posso fare per guadagnare senza la mia presenza.  Dobbiamo imparare a navigare le emozioni: prendere una negatività e trasformarla in una positività come una barca a vela con il vento. La cosa più costante che esiste al mondo è il cambiamento.  La zona di confort è tale per quello che noi conosciamo solo se non cambia l’esterno. E il mondo è purtroppo cambiato.
La tecnologia poi ha preso un boost inimmaginabile ma se non farà la stessa cosa anche l’essere umano non servirà a nulla.

Cosa c’è nel tuo bicchiere?

Un ottimo vino. Piuttosto bevo una volta di meno ma bevo bene. Amo sondare e scoprire sempre di più i vini. Diciamo che sette volte scelgo il bianco e tre volte il rosso.

L’ultimo pasto prima del patibolo…

Sto su un primo; sceglierei uno spaghetto all’astice, rosso, bello fatto bene. Amo cucinare.

Fumatore?

Mai stato fumatore.

Il libro sul comodino?

Leggo tutti i libri legati alla spiritualità o alle neuro-scienze. Vado nell’introspezione dell’essere umano.

Cosa accadrà domani?

Oggi intanto siamo nella sede di General Finance e de LA COLLINA DEI CILIEGI (n.d.r. Il giorno in cui abbiamo registrato questa intervista) dove vediamo quanta contaminazione possa esserci in mondi apparentemente distanti come quello delle corse, del credito e del vino: la sfida, l’innovazione, la preparazione, la competenza e l’emozione vanno di pari passo in tutti e tre i campi.
Per quello che riguarda invece il mio domani vorrei dare un volto umano alla tecnologia dell’automobile. Chi scommette solo sulla tecnologia perderà la sfida perché qualsiasi attività nasce sempre dall’essere umano. Le macchine non possono avere emozioni e creatività perché sono due aspetti peculiari dell’essere umano. Il futuro è sviluppare tutto ciò che è tecnologia che nasce però dalla creatività umana. L’essere umano sarà perciò sempre più utilizzato per fare ciò che le macchine non sono in grado di fare.
...segui Luigi Mazzola.

Paolo De Marchi

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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