Si può ragionevolmente considerare il pilota di Formula 1 James Hunt un antieroe, figura che oggi sta prendendo molto piede sul grande schermo.
Uomo eccessivo, distruttivo, lo sportivo per niente salutista, al quale piaceva godersi la vita nella sua carnalità più terrena, senza privarsi di niente.
Chi ha visto il film “Rush”, non ha non potuto provare simpatia per il playboy inglese, scalmanato, impavido e spudorato, contrapposto al rivale austriaco Niki Lauda, primo della classe, calcolatore ma poco attraente.
La pellicola mette in risalto la differenza caratteriale e l’approccio alla vita dei due piloti.
Nella realtà erano legati da un’amicizia nata ai tempi della Formula 3, fu proprio Niki Lauda a prestare i soldi a James Hunt per rimettersi in piedi economicamente e iniziare la carriera di commentatore per la BBC, quando quella da pilota era già un ricordo.
“Hunt the shunt”, questo il suo soprannome, non schiantava solo automobili, ma anche e soprattutto cuori. Primo fra tutti il suo! Una vita fatta di eccessi, con un consumo di alcolici smisurato e un destino beffardo.
Ma andiamo con ordine: James Simon Wallis Hunt, nato a Londra nel 1947, era un bambino estremamente vivace per usare un eufemismo. I genitori lo volevano dottore e lo iscrivono al Wellington College. In un noioso pomeriggio, lui e i suoi amici, decidono di disertare le discoteche e i bar (dei quali erano assidui frequentatori) per trascorrere il pomeriggio a Brands Hatch, dove si svolgevano gare automobilistiche. Fu così che scattò la scintilla e decise di diventare pilota. La strada era tutta in salita, gli servivano soldi per comprarsi un’auto e gareggiare. Con tenacia e fatica, e innumerevoli schianti dopo, avvenne l’incontro con Lord Alexander Hesketh. Questi finanziò l’inizio di carriera e una scuderia, ma finiti i soldi nel 1974, James dovette trovarsene un’altra. Nel 1976 la MCLAREN si ritrova senza il suo pilota numero uno e ingaggia proprio Hunt. Quello fu l’anno in cui vinse il mondiale, grazie anche allo sciagurato incidente che sfigurò Niki Lauda a vita, e lo portò ad essere assente per molte gare, salvo rientrare all’ultima, quella del Giappone, dove però si ritirò per l’eccessiva pioggia.
Il 1979 fu l’ultimo anno in Formula 1, diede l’addio alle gare in forte polemica col sistema. Intraprende quindi la carriera di commentatore per la BBC, non senza creare diatribe.
Dopo 2 matrimoni falliti, tanto alcol e donne, nel 1989 incontra Helen Dyson, una donna semplice e lontana dalla vita mondana, che lo aiuta a riprendere in mano la sua vita e a smettere con tutti i suoi vizi. Una sera il nostro Don Giovanni le chiede la mano per telefono ma il giorno dopo muore d’infarto a Londra il 15 Giugno del 1993. Così si spegne l’epica vita dell’antieroe James Hunt, figura carismatica della Formula 1.
In abbinamento ho scelto il Montepulciano Riserva Casauria Doc 2020 di Jarno Trulli. Pilota italiano di Formula 1 e pescarese di nascita, ritiratosi dalle corse ha iniziato a coltivare la vigna con passione e dedizione, e in quel di Alanno ha il suo PODERE CASTORANI. Il vino viene prodotto su un terreno profondo argilloso, con sabbia e calcare. Le viti piantate nel 1970 producono Montepulciano che viene fatto fermentare grazie all’utilizzo dei lieviti indigeni in vasche di cemento. Successivamente passa circa un anno in tonneau da 500 l per un 60% nuove, di cui il 70% è legno francese, 20% europeo e 10% americano. La tostatura è leggera. Affina successivamente per un ulteriore anno in cemento e almeno un anno in bottiglia prima di essere immesso al commercio. Il vino ha un grande potenziale di invecchiamento e se si riesce ad aspettare un paio di anni è tutto di guadagnato. Se vi aspettate da questo vino biologico tutta una serie di difetti che ahimè, per alcuni simboleggiano salubrità, rimarrete delusi, è un vino fatto bene! Il vino nel calice ci mostra un bel colore rosso rubino impenetrabile. Al naso le sensazioni olfattive vanno dalla liquirizia e vaniglia, a quelle fruttate di frutti di bosco, alle note floreali di rosa appassita. Il sorso è pieno ed appagante, con tannini presenti ma assolutamente setosi. Persistente. Vino non da tutto pasto, predilige carni succulenti o primi piatti strutturati, magari con della selvaggina.
Il Podere Castorani, risalente al 1793, ha anche delle stanze. Se volete trascorrere qualche giorno immersi nella natura e visitare la vicina città di Pescara che ha dato i natali al Vate Gabriele D’Annunzio, e appunto al nostro pilota, mi sembra l’occasione perfetta per recarvi in gita, degustando i vini prodotti.
...segui Alessia.
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