Utopia del bicchiere della staffa

Frank Sinatra e il suo indissolubile rapporto con Jack

Francis Albert Sinatra nasceva 109 anni fa a Hoboken, nello stato del New Jersey, da due genitori italiani dall’incredibile storia che ormai potremmo vedere solo sul grande schermo. Il padre siciliano scappa negli Stati Uniti poiché aveva commesso un delitto d’onore, la madre più tardi diventa informatrice per la polizia su quello che accadeva a Little Italy. Il matrimonio è contrastato dai genitori della sposa, ma l’amore trionfa su tutto e si sposano il giorno di San Valentino. Parto travagliato, il medico dovette usare il forcibe, e il piccolo Frank rimase sordo ad un orecchio a causa del timpano compromesso.

In Italia lo conosciamo tutti come The Voice, in America come Ol’ Blue Eyes e altri soprannomi.

Preciso e puntiglioso, amante delle orchestre che selezionava con una perizia incredibile. Quattro matrimoni, don Giovanni infatigabile. Cantante e attore straordinario, ha intrattenuto il pubblico per sessantatré anni, vincendo 2 premi oscar e innumerevoli altri premi e onorificenze. Personaggio carismatico, indubbiamente alcolizzato, anzi alcolista a detta degli autori della biografia pubblicata nel 2006.

Non crediate che voglia fare l’apologia all’alcol: L’ABUSO DI ALCOL FA MALISSIMO! Ma bisogna riconoscergli dei meriti artistici. Intendiamoci, se non si hanno, non credo vengano fuori tracannando.

Il nostro Frank beveva tanto, beveva tutto, ma soprattutto era anche lui appassionato del MARTINI COCKTAIL con tanto ghiaccio. I barman del Savoy se lo ricordano bene, come una persona che non rivolgeva mai direttamente la parola ed estremamente esigente. Se qualcosa non era di suo gradimento, avrebbero passato di lì a poco brutti momenti. Tuttavia lo staff non se l’è  mai legata al dito, in fondo, quando si ha a che fare con un mito, accetti le “stravaganze” e, anzi, gli dedichi un cocktail: una miscela di Jack Daniel’s Silver Select, Americano Cocchi, Benedictine, Dry Curaçao e Orange bitters. Il nome è presto detto: Ol’ blue eyes.
Il nostro beniamino, probabilmente colluso con la mafia (fatto mai accertato), è stato il più grande bevitore di Jack Daniel’s di tutta la storia, si dice che ne vuotasse una bottiglia al giorno. Eh sì che questa particolare marca di Whiskey ha fra i suoi estimatori testimonial d’eccellenza quali Keith Richards, Jimmy Page, la buona anima di Lemmy (Motörhead), i Guns n’ Roses, i Van Halen ecc…
Nel 1955 Frankie salì sul palco con in mano un bicchiere ed esordì dicendo: “questo, signori, è Jack Daniels, il nettare degli dei“. Da quel momento la distilleria di Lynchburg divenne famosissima e non mancò mai di inviare una cassa di n. 7 in ogni hotel, bar, ristorante dove era previsto l’arrivo di Mr. Sinatra. Proprio a lui, la Jack Daniel’s ha dedicato la Sinatra Select, vostra per soli 165 dollari, eh no, non ho avuto il piacere di assaggiarla.
Ma cos’è che ha il Jack Daniel’s n. 7 che altri whiskey non offrono?
Jasper Newton Daniel, per gli amici Jack, scappa di casa e trova rifugio nella fattoria del reverendo Call, dove apprende l’arte della distillazione. Ad insegnarla, lo schiavo Nathan Green il quale diventerà qualche tempo più tardi il suo Master Distiller. A rendere speciale questo distillato è il filtro a carbone, il “nettare degli dei” lo attraversa goccia dopo goccia per una settimana. Questo passaggio, aumenta la morbidezza del tennessee whiskey.
Il buon Jack amava le cose belle e ben fatte e per il suo camino ordinò un preziosissimo marmo italiano. La nave su cui viaggiava venne attaccata dai pirati che distrussero tutto eccetto il marmo che riportava il nome del proprietario. Godendo già all’epoca di un enorme celebrità, il marmo gli venne recapitato a casa come segno di stima da parte dei predatori del mare, che normalmente non si facevano scrupoli se non per l’uomo che regalava loro sbronze colossali. Il SITO è veramente ben fatto e nella sezione ricette dedica a Frank un cocktail: il my way! Detto anche 3- 2- 1 poichè l’artista italo-americano lo sorseggiava con 3 cubetti di ghiaccio, 2 dita di Whiskey Select e uno spruzzo d’acqua.
Concludo riportando alcune sue battute:
“Mi spiace per quelli che non bevono: si sentiranno tutto il giorno così come si sono svegliati”
“L’alcol puo’ essere il peggior nemico dell’uomo. Ma la Bibbia dice di amare i tuoi nemici”
...segui Alessia.

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Alessia Cattarin
Dicono di me: ironica e auto-ironica, granitica sulle posizioni lavorative e personali, ma malleabile se necessario. Socievole. Pessimista cosmica, ma in grado di illuminarsi davanti ad una bollicina. Senza mezzi termini, la diplomazia sembra proprio non riguardarmi. Capace, tenace e professionale, in uno strano modo persino paziente. I complimenti per ultimi: qualcuno ama definirmi Puntigliosa! Di me penso: sono un’irrimediabile sognatrice, una metallara, una fenice, un avvocato delle cause perse, una che non tollera sopraffazioni e ingiustizie. Cinica, per sopravvivere in un mondo concepito con sadismo.

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