Chi è Bruno Vespa?
Un giornalista nato a L’Aquila nel 1944, residente a Roma, che lavora tra radio e televisione da quando aveva 18 anni.
La più grande passione?
Potrei dire la musica ma mi piace tutto; il mare, la montagna, la campagna. Tutto.
La più grande paura?
Mi sono molto molto impegnato in questo progetto a Manduria in Puglia insieme alla mia famiglia (MASSERIA LI RENI e l’azienda vinicola VESPA VIGNAIOLI n.d.r.); poi ho pensato che i debiti sono dei figli e mi sono tranquillizzato.
Il colore preferito?
Il blu.
In quale epoca viviamo?
In un’epoca in cui non ci saremmo mai aspettati di vivere. Chi avrebbe mai pensato ad una guerra o a due guerre o a tre guerre? Non so più quante sono.
Cosa c’è dentro al tuo bicchiere?
La mia passione e l’abilità di Riccardo Cotarella che è il mio enologo. Ogni vino è un figlio. Se mi chiedi quale dei miei vini preferisco non ti so rispondere. Tutti.
Il pasto prima del patibolo?
Sicuramente torniamo alle origini: maccheroni alla chitarra. La mia infanzia.
Sei stato o sei un fumatore?
Mai assaggiato una sigaretta. Ho assaggiato cinque sigari.
Il libro sul comodino?
Se vedi il mio comodino straripa di libri. Nella narrativa sto leggendo “Guerra e Pace” che non avevo finito di leggere. Un libro impegnativo ma meraviglioso. E poi i libri di saggistica, uno dietro l’altro.
Cosa accadrà domani?
Dieci anni fa mai avrei pensato di arrivare qui. Arrivare a prendere dieci 3 Bicchieri del Gambero Rosso, dieci 5 grappoli Bibenda, era impensabile. In questa attività il nome non mi aiuta perché c’è una giusta diffidenza. Poi però chi assaggia i miei vini si ricrede. Il mio domani spero sia un consolidamento di questo progetto. Un progetto bellissimo in una terra bellissima e andiamo avanti così. Io sono per i piccoli passi: nessun confine sopra il cielo ma i piedi saldamente inchiodati alla terra.
Parlando, invece, di futuro in senso più ampio, non riesco a vedere una guerra globale però ero anche convinto che non ci sarebbe stata la guerra delle Falkland e invece c’è stata. Di fronte agli eccessi di stupidità penso che si fermino tutti però vedo una situazione preoccupante. Come dice Putin, in uno dei pochi casi in cui ha ragione, c’è un nuovo ordine mondiale: ma il problema è che non è quello che piace a noi.
...segui Bruno Vespa.
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