La Veneziana de La Peca
La Signora in Viaggio

La Veneziana de La Peca

Gigi mi presenta la Veneziana della Peca

La guardo,  a mia volta, la vedo raccolta, essenziale, monastica.

Apro il cellophane, ne taglio una fetta: la annuso, la guardo, la tocco, la mordo… dapprima timidamente, poi, più determinata.

Mi viene davanti l’immagine di una monaca di clausura, intuita dietro i forellini di una grata, cercando di immaginare cosa possa esserci “di là“.

Quando odi la voce, suadente, della monaca e la sostanza dei suoi discorsi capisci che, “di là“, c’è un pezzo di paradiso!

Così, per me, è stata l’esperienza della Veneziana-Peca: un giardino fiorito, un orto profumato e balsamico, una coralità di sapori celestiale.

C’è la perfetta dose zuccherina, idonea ad attribuire il ruolo di protagonisti assoluti solo all’albicocca candita (voluttuosa… volutamente con la giusta moderazione) e al rosmarino in estrazione (dapprima timido, poi sempre più intenso e aromatico, al punto da lasciare la scena del palato come ultimo tra i suoi protagonisti). Il tutto, in una veste morbida, elastica, di raffinata tessitura. 

Che dire, se non ripetersi: attimi di estasi!

Piccola storia, passata e presente, del Lambrusco

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Ad Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum

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Chiara Agostinelli
Di inclinazione classica, frequenta studi giuridici per necessità. Si occupa di salute fisica e... mentale. Ama sognare a occhi aperti, unico antidoto contro gli incubi del quotidiano. Ritiene che l'ironia e, soprattutto, l'autoironia rappresentino il sale della vita. Una curiosità innata la esorta a conoscere la natura dell’uomo nelle sue sfaccettature più recondite. Sono queste sfaccettature che esplora attraverso la cucina: straordinario motore di ogni pulsione, anche vitale.

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2 Commenti

  1. Quando tu assapori io e le mie papille gustative godiamo grazie

  2. Non ho parole Chiara, posso solo ringraziarti per come l’hai descritta, complimenti per l’originalità e il coinvolgimento che riesci a trasmettere leggendoti!

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