In absentia

Predicato

Ciò che reggono le Cinque Fasi: nel caso del Metallo, il bianco; nel caso del Legno, il verde; nel caso dell’Acqua, il nero; nel caso del Fuoco, il rosso; nel caso della Terra, il giallo.

Zhou Mi, Guixin zazhi, Zhonghua shuju, Beijing 1997

In Ragione si è affrontato il tema storico-culturale di uno dei personaggi che hanno influenzato maggiormente la storia del tè e segnato indelebilmente la dinastia Tang: Lu Yu.

Il ruolo della pianta del tè a quell’epoca assume un volto popolare e voluttuario e arriva da epoche in cui la sua destinazione passa da elemento sacrificale in riti religiosi ad uso medicinale fino ad un uso primario di sostentamento ed economia (bollito con altri elementi per creare delle zuppe).

La posizione che questa pianta assume all’interno della società, cultura e storia cinese abbraccia i campi religiosi, economici, sociali e attorno ad essa si sono formati nuclei di popolamento rilevanti la cui quotidianità veniva scandita e dettata dai ritmi naturali della pianta stessa.

Tutto ciò, secondo lo storico francese Fernand Braudel (1902-1985), caratterizza la pianta del tè come “pianta di civiltà”. 

Una definizione calzante in cui rientrano piante di espansione più occidentale come ad esempio la vite che ha percorso e formato gli stessi nuclei, agendo negli stessi campi ed assumendo anche simbolo politico nella sua espansione europea.

Il tè che viene consumato da Lu Yu e citato nel chájīng può essere assimilato come tipologia a quella dei tè verdi, categoria ancestrale che affonda le sue origini in tempi molti lontani.

Il tè nei secoli ha avuto varie evoluzioni a livello botanico, varietale e produttivo e ad un certo punto della sua storia si è capito che c’era necessità di accorpare secondo criteri specifici le diverse tipologie.

Tale lavoro è stato fatto da un professore dell’Istituto di agricoltura nell’Anhui, nel 1979, Chuan Chen 陈椽.

Il termine “categoria”, che deriva dal greco κατηγορία “imputazione, predicato, attributo” e da cui traiamo il concetto di categorizzare, è una funzione cognitiva fondamentale nei processi del pensiero. 

Se si considera l’enorme quantità di informazioni che quotidianamente una qualsiasi persona è costretta ad accogliere ben si comprende la necessità di effettuare una selezione all’entrata e disciplinare il traffico di elementi in ingresso in base a caratteristiche simili, funzioni simili e attribuendone una denominazione.

Senza questa capacità sarebbe impossibile ragionare, prendere decisioni o apprendere. 

Questa “barriera” e “ostacolo” in ingresso del nostro pensiero è stato uno dei primi problemi ad essere affrontati e discussi nel mondo filosofico occidentale. Da Platone ad Aristotele fino a Kant la determinazione della realtà prendeva forma attraverso le modalità di come veniva pensata.

Ne “Il Sofista” di Platone (dialogo “tardo” del filosofo) si definiscono 5 categorie o “generi sommi” a cui tutte le idee partecipano, 5 “pietre di fondazione” della dottrina delle idee che saranno necessarie per rendere possibile il discorso (logos) ovvero il pensiero stesso. 

Tali generi sommi sono: ESSERE, IDENTICO, DIVERSO a cui si aggiungono MOTO e QUIETE 

Chuan Chen definisce le categorie del tè in base a standard di qualità, standard di processazione, ricerca scientifica e praticità. Sono sei le tipologie di base che prendono il nome dal colore dell’infuso o delle foglie secche:

  • Lücha 绿茶 Tè verde
  • Huangcha 黄茶 Tè giallo
  • Heicha 黑茶 Tè nero
  • Baicha 白茶 Tè bianco
  • Qingcha 青茶 Tè blu
  • Hongcha 红茶 Tè rosso

Questa categorizzazione, si ricorda, è quella largamente diffusa nel mondo occidentale ed è quella adottata ufficialmente in Cina. 

Il tè bianco, ad esempio, rappresenta un tè puro, privo di troppe manipolazioni o processi. Il significato stesso del colore ce ne dà una visione e in generale possiamo identificarlo con la sua levità, delicatezza, candore, verginità. È esso stesso essenza della pianta del tè e come tale rappresenta una realtà immutabile delle cose, un ESSERE (in quanto è).

Non si vuole entrare nel dettaglio di ogni singola categoria che potrà essere oggetto di successivi approfondimenti.

È interessante però notare come il cinese standard abbia 6 colori base (BCT, basic color terms), le matrici e fondamenta di tutti gli altri colori, che corrispondono esattamente ai colori delle tipologie di tè sopra citate e che spingendosi nella cultura occidentale il fisiologo tedesco Karl Ewald Konstantin Hering (1834-1918) propone nel 1872 la teoria dei colori opponenti già suggerita da Schopenhauer e Goethe per spiegare il fenomeno dei contrasti. 

Così come il verde si oppone al rosso, il blu al giallo, il bianco al nero (cfr. immagine). Questi estremi rappresentano i colori elementari.

L’opposto, così come il contrasto, nel pensiero cinese è visto non come pura entità logica, ma bensì come complementarietà nel pieno principio dello Yin e Yang, opposti che interagiscono e creano movimento e vita nell’universo.

Questi colori affondano le proprie radici in un significato più profondo rispetto al colore stesso: sono fondamenta, contrasto, equilibrio, moto, quiete, identico, diverso e ESSERE. 

Imparate a pensare a colori, e vedrete il mondo in un altro modo! 

Il caporedattore del francese “L’Express” Dominique Simonnet

In passato, si diceva ai bambini che c’era un tesoro nascosto ai piedi dell’arcobaleno. È vero: là, nel crogiolo dei colori, c’è uno specchio magico che, se sappiamo blandirlo, ci rivela i nostri gusti, le nostre avversioni, i nostri desideri, le nostre paure, i nostri pensieri reconditi, e ci dice cose essenziali sul mondo, e su noi stessi.

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Ciro Fontanesi
O del TÈologo ErranTe. Ciro Fontanesi, anno del Topo, ingegnere e bevitore per passione. Accoglie due anime: quella quadrata, spigolosa e calcolatrice da ingegnere e quella bevènte che nel tempo, essendo naturalmente (in senso stretto) più imprevedibile, ha aiutato a smussare gli angoli.

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