Di nuovo qui. In una situazione che molti ritengono problematica e depressiva ma che invece trovo struggente nella sua meravigliosa sublimazione di uno stato di atarassia in cui vertevamo.
Perché in questa clausura forzata, forse, stiamo facendo finalmente i conti con le nostre esistenze appiattite (anche se lo negheremo fino alla morte) e con noi stessi, scoprendo davvero che in una crisi c’è sempre un’opportunità.
Fantasmi, scheletri e incubi sono tutti i giorni insieme a noi e dopo aver finito la stupida sequela placebo di canti nazional popolari ai balconi, video chat palliative degli incontri personali, panificazioni degne del Medioevo e serie on line, ci stiamo cominciando a confrontare con la Legione di mostri che ci portiamo dietro.
Tutti. Chi più chi meno.
Da quando hanno chiuso la mobilità fisica (perché nessuno imprigiona gli animi) ho continuato a ripetere a chiunque che personalmente non è cambiato nulla, anzi, con certezza posso dire che ho trovato solo più tempo per ‘fare’ per me e per il mio lavoro/passione e soprattutto per fortificare il fisico con allenamenti e la mente con letture. Proprio a proposito di letture ho deciso di declinare il secondo appuntamento di Bartitsu (anche se avevo già scritto altro) nel nome della Bellezza, dello spirito guerriero e combattivo e del leggere per darsi conforto e rinnovare le proprie energie. L’ho fatto pensandoci bene, perché vi parlerò di un mio libro (“Buuuh, buffone, ti metti a fare autopromozione”, non proprio, sto facendo condivisione) che per tutta la lavorazione mi ha mostrato molti aspetti nuovi del quotidiano e che è stato fonte di pensieri positivi e agguerriti per chi ha avuto modo di leggerlo in anteprima.
Per prima cosa il soggetto è Yukio Mishima, uno dei più grandi scrittori giapponesi mai esistiti, poeta, drammaturgo, samurai, candidato per tre volte al Premio Nobel per la letteratura.
Una figura estrema ed estremamente affascinante, che unì all’astrazione l’azione, alla letteratura il gesto… basti pensare che creò un piccolo esercito privato composto da cento giovani, chiamato TATENOKAI (l’Associazione degli Scudi), per portare avanti i valori di un Giappone dimenticato, sporcato…
Estremo nelle affermazioni, nel nazionalismo, così come nell’ultimo gesto compiuto il 25 novembre 1970, esattamente cinquanta anni fa in questo 2020, quando si uccise tramite seppuku, il rituale suicida dei samurai che molti di voi conosceranno come harakiri, dopo aver parlato alle telecamere giapponesi e agli astanti e aver spiegato quanto la sua nazione si fosse persa, morendo per un’ideale e per una coerenza dimenticata.
In secondo luogo il titolo: MISHIMA MARTIRE DELLA BELLEZZA (Agenzia Alcatraz Edizioni), un titolo che è un omaggio alla sua tensione verso la Bellezza, al martirio a cui si è sottoposto anche fisicamente per essere all’altezza di Essa e delle aspettative che egli coltivava.
Un uomo che ha raggiunto la vita attraverso la morte, che ha vissuto per la morte, a dispetto di qualsiasi idea contemporanea (se non citiamo personaggi come Jacques Rigaut oppure Dominique Venner, tra i nomi in Occidente). Titolo che nella copertina standard è scritto in giapponese, dall’artista Tomoko Sugiyama, seguendo uno stile prettamente maschile di calligrafia che riprende la firma di Mishima e poi aggiunge ‘La bellezza’, facendo nascere un titolo nel titolo, “La bellezza di Mishima”.
Terzo punto, perché dovrebbe essere utile, oggi, questo libro e cos’è?
L’ho lavorato in un modo semplice, creandolo: non esiste infatti al mondo un testo che racchiuda le frasi estratte dalle opere e dal pensiero di Mishima e allora mi sono messo all’opera, leggendo, distillando e raccogliendo oltre 300 aforismi che potessero parlare a noi di lui ma soprattutto a noi di noi, ciascuno a suo modo.
Si potrebbe pensare che sia un banale aforismario, che decontestualizzate queste parole perdano di significato e invece no, perché lette come se fossero dei kōan spiazzano, illuminano, agiscono sulle nostre riflessioni e sulle corde della nostra anima, suonandola a volta duramente e altre delicatamente, altre ancora con sconosciuta maestria.
Bisogna traboccare di forza vitale e preservare la propria energia al cento per cento.
Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro.
La soddisfazione è la nemica del piacere e non comporta altro che delusione.
Il mondo degli uomini è un mondo in cui va tenuto conto degli altri.
Queste sono solo alcune delle frasi che troverete, parole che raccontano sentimenti, guerra, pace, letteratura, giovinezza, rapporto con la società, con i media, con gli altri e con se stessi. Piccole finestre che si aprono sulla vita, sui suoi misteri e su come potremmo affrontarla diversamente. Fiamme per le micce dei nostri cuori.
Ho voluto parlarne, perché, ripeto, mai come ora dobbiamo smettere di avere paura, prima di tutto del nostro riflesso e mai come ora dobbiamo indossare armature esistenziali create dalla nostra parte più profonda.
Questo libro sarà disponibile dal 28 maggio in tutte le librerie ma potete trovare qui un’edizione limitata a 200 esemplari, con una cover differente (che presenta soltanto gli ideogrammi di cui vi ho parlato sul fronte e sul retro il simbolo del Tatenokai) e in formato cartonato, quindi con la copertina rigida.
Un’arma vera e propria, visto che oltre ad esserla per la vocazione ribelle e guerriera che alberga tra le sue pagine può anche essere usata per disarmare, colpire e difendersi. Perché un libro non va mai sottovalutato, sia per quello che contiene che per la persona che lo impugna e per l’uso che può farne.
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