Non racconta di un riparo teso a proteggere dal vento.
Né parla di un elemento costruito a protezione di una pianta, o di una coltura di canne o siepi messe lì a riparare qualcosa di più prezioso.
Frangivento è il nome che adesso, qui davanti a voi, presenta la sua ragion d’essere. Un atelier haute-couture che rende vivi acciai, allumini, gomme, plastiche, pelli, lastre in fibra di carbonio.
È un’iperbole, certo, ma quando si è al cospetto di una creatura della manifattura automobilistica Frangivento è difficile non esprimersi in questa modalità.
Ci vorrebbe un sesto senso, quello prettamente motoristico-automobilistico, per comprendere cosa può aver significato per chi queste auto le concepisce nella mente, nei disegni, nei progetti, nei calchi, nelle forme, nella realtà, per creare un’opera così avvincente.
Un’opera sognata, immaginata e desiderata per più di un decennio.
Da uno schizzo a mina e carboncino alla posa del peso sulle Pirelli Trofeo. Un viaggio lunghissimo che vede nella destinazione finale tanto un risultato manifesto e fenomenale quanto il punto di partenza per nuovi e sempre più artigianali percorsi.
Tutto rigorosamente a mano, ogni dettaglio è immaginato e realizzato per essere unico.
Perché anche il futuro proprietario deve sentirsi unico. Costruttore e proprietario divengono uno. Tanto il piacere nel costruire quanto il piacere nel guidare. Questo il concetto del ONE-OFF.
Frangivento è Asfanè, Frangivento è Sorpasso.
Linee e forme che, dal futuro, si compongono e si realizzano nel presente.

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