Chiunque abbia sfiorato il velluto del vello felino e vissuto accanto a un gatto sa che il suo profumo è una carezza impalpabile, una eterea traccia olfattiva che sfugge alla cattura che eppure avvolge, come una eco sottile sericea e calda. Il profumo di un gatto si coglie come lo si percepisce, è una presenza che sfiora, che passa accanto senza mai donarsi del tutto.
È un sentore lieve e stratificato, un’alchimia delicata che fonde note di sole e di pelliccia, un respiro di latte e miele, con un accenno di qualcosa di antico, quasi mistico. Come abbiamo a lungo dissertato, se la profumeria artistica ha saputo incapsulare magicamente L’ODORE DELLA PIOGGIA sulle pietre, del CUOIO consunto, della carta ingiallita dal tempo e dell’inchiostro impresso su essa, potrebbe forse mai ignorare la malia impalpabile rilasciata da un felino addormentato?
L’odore di un gatto è una sinfonia densa di sfumature mutevoli.
Mutano con l’età, con l’ambiente, con il luogo in cui questo si rannicchia per rubarne il tepore. Per alcuni è un sussurro di vaniglia e ambra trasparente, per altri un soffio poudré di talco e pelle di pesca. Certi lo percepiscono come un accenno mielato, un calore morbido che si dissolve nell’aria, mentre altri vi trovano una leggera impronta erbacea, una eco selvatica che richiama la sua natura sfuggente e le praterie che calpesta.
Se c’è un profumo che evoca con sorprendente precisione l’odore di un gatto che si è appena stiracchiato sotto il sole, è opera della nipponica YAMAMOTO PERFUMERY che nel 2015 creò un profumo per interni che riproduceva l’odore della fronte del gatto e si chiamava Moho Mohu Odeko Kaori Fabric Water, all’incirca traducibile con «fragranza per tessuti al profumo di animale soffice»; un poetico bouquet di note calde e luminose che abbracciano l’accordo mielato della cera d’api, la morbidezza muschiata della sua pelle scaldatasi al sole e un delicato accenno di resina ambrata, che rievoca il tepore delle zampe posate su una mensola riscaldata dalla canicola estiva. La fragranza è un delicato equilibrio tra nostalgia e presenza sensoriale, un’istantanea olfattiva che racconta il tiepido e pigro riposo, la grazia sospesa tra immobilità e leggerezza.
Anche THE LIBRARY OF FRAGRANCE, con Kitten Fur, nel 2017 ha saputo cogliere tutta la tenerezza olfattiva della della collottola di un gattino assopito al sole.
In Pas de Chat di ODETTE PARFUM CO., edito nel 2023, l’accordo di pelo di gatto si fonde magistralmente con pepe rosa, ‘cashmeran’, vaniglia e una delicata nota di madeleine — quel dolce francese che racchiude struggenti ricordi infantili; ne risulta un raffinato ricamo di suggestioni, un ritratto emotivo capace di evocare sensazioni intime e profonde. È l’essenza esatta dell’attimo preciso in cui il nostro micino, con le sue fusa avvolgenti, crea un’intima connessione con le anime vicine.
Nel 2000 Frédéric Malle – di cui ABBIAMO RICCAMENTE TRATTATO – con Musc Ravageur, aveva saputo interpretare questa sensualità senza tempo, creando un profumo che non si lascia mai afferrare del tutto, selvaggio e imprendibile, ma che lascia un’ombra calda e animale nella notte.
SERGE LUTENS nel 2003, con Clair de Musc, ha distillato l’idea di una purezza muschiata, delicata e impalpabile come il soffio di un gatto sulla pelle.
ZOOLOGIST, nell’anno 2020 con Musk Deer, ha esplorato la sensualità vellutata del muschio senza spingersi nell’animalità feroce, ma rimanendo sospeso in un abbraccio che rievoca un mantello serico e felino accarezzato dalla luce.
Anche la vaniglia, nelle sue declinazioni meno zuccherine, possiede qualcosa di felino: quella dolcezza vellutata e appena vissuta che si sprigiona tra le pieghe della pelliccia. GUERLAIN, con Shalimar, nel remoto 1925, sfiorò questa idea in un ‘sillage’ polveroso e carezzevole, come la traccia impalpabile lasciata da una zampa sula nostra epidermide (ne abbiamo scritto QUI).
Infine, L’ARTISAN PARFUMEUR nel 1999, con Dzing, ha saputo giocare su un goloso equilibrio di note di zucchero filato, di caramello e muschio bianco evanescente, riportandoci un’impressione liquida olfattiva di un gatto che, destatosi dal suo tiepido giaciglio domestico, si dissolve nel chiaroscuro della stanza…
...segui Alessandra.
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