Bartitsu

L’Uomo e il Maestro

Paolo Cangelosi a cura di Nathalie Tocci Edizioni E/O

Questa rubrica è nata tempo fa, dalla volontà di unire il combattimento fisico e quello morale, spirituale, contro avversari sempre più impegnativi.

Finora non vi ho ancora svelato qualcosa di pratico, ma arriverà, cercando sempre di spronare lo spirito e il fuoco indomito che deve alimentare le nostre azioni e la nostra esistenza.

Per fare ciò ci si deve nutrire, di molte cose che rappresentano la nostra conoscenza, il nostro pozzo personale, dove abbeverarsi nei momenti di assedio o di secca e alcuni libri riescono ad essere dissetanti più di altri.

Un viaggio verso Oriente lungo una vita, un’esistenza ancora in corso che si slancia verso la Cina, verso le arti marziali orientali e i loro segreti, il loro sincretismo con l’animo umano, la medicina, l’evoluzione dello spirito.

Volendo riassumere in pochissime battute L’uomo e il maestro (E/O edizioni), basterebbe quanto detto sopra, perché in queste pagine viene raccontata la straordinaria avventura di Paolo Cangelosi, il suo essere, come il titolo stesso dice, “uomo e maestro”.

Tutto nasce dalla curiosità insita nell’essere umano, nella sua voglia di sperimentare, di conoscere e di divertirsi, oltre di che apprendere, che  mescolata al senso di straordinarietà di un ragazzino genovese negli anni Settanta, che approccia alle discipline marziali giapponesi, trovandosi subito a suo agio, diviene un racconto straordinario.
Tutto prende vita anche dalla sensazione di appartenere a un determinato mondo, lontano dalle abitudini dei propri coetanei, questa epifania, però, queste nascite di volontà, di consapevolezze prendono una strada fondamentale quando il ragazzino incontra un cinese che lavora in una falegnameria: una figura silenziosa, imperscrutabile che capisce la “preghiera” del giovane di voler sapere di più su questo suo nuovo mondo, di entrare in sintonia con qualcosa che è “altro” ma al tempo stesso familiare. E questo uomo schivo, “sinistro”, duro, diventa il suo sifu (‘maestro’).
Così i giorni si avvicendano con allenamenti che sfiniscono, con sessioni di studio dure e mute, in un flusso che porta il Kung Fu nel cuore di Paolo, che si iscrive ad altri corsi simili a quelli che già frequenta per giustificare le sue lunghe assenze ai genitori, il suo non essere per strada con gli amici o a giocare a pallone e poter continuare l’addestramento segreto con Fu Han Tong (fuggiasco dalla Triade cinese e dalla propria patria).

In breve tempo, a quindici anni, Paolo comincia a insegnare karate, vuole la sua indipendenza, sogna la Cina ma lo fa con un fuoco che gli arde in petto, che non è fatto della paglia cinematografica a cui tutti fanno riferimento quando in Italia si parla di Kung Fu e si getta a capofitto anche nell’insegnamento di questa disciplina marziale cinese a diciassette anni. 

Diventa adulto precocemente, si stacca dai genitori che vedono in lui un’ossessione nelle arti marziali e non l’inizio di un luminoso cammino e che poi saranno smentiti dai fatti.

Paolo vuole diventare sifu e ci riesce quando il suo maestro lascia Genova per tornare in patria, (dopo essersi reso conto di poterlo fare incolume) cosa che lo destabilizza ma non lo ferma.

Sifu Paolo Cangelosi è un artista marziale completo, che da quel momento di distacco, dopo anni di preparazione, dal suo mentore, si mette continuamente alla prova, fino a rischiare la galera per diserzione (per evitare il servizio militare e poter mandare avanti la sua palestra), arrivando a mettere in pericolo la sua vita nei combattimenti clandestini in Cina (dopo aver ritrovato il suo sifu, stavolta apprendendone tutte le sfumature negative, opportuniste e oscure), scoprendo il cuore delle kwoon (in cantonese è il “luogo di pratica”) asiatiche, la loro quotidianità comunitaria e preparatoria, tessendo così una rete di conoscenze e amicizie fondamentali per il suo bagaglio esperienzale.

Un libro ricco di storie che si inseriscono nella storia autobiografica principale, cariche di passione, una lettura quasi “eccessiva” per certi versi, perché le avventure vissute sono moltissime e incredibili e portano a pensare a un’esistenza sconsiderata, egoista, ma che invece, andando avanti fino alla fine, lasciano il sapore di un insegnamento, di una lezione di perseveranza, arricchimento, resilienza e grande generosità di chi le ha vissute.

Paolo Cangelosi si mette a nudo, nelle sue sicurezze e anche nelle sue debolezze, grazie alla scrittura dell’allieva che firma il libro, Nathalie Tocci, non nascondendosi mai dietro le sue vittorie, le sue imprese, la sua fermezza, ma raccontando con animo puro le delusioni inferte dalla vita, l’amore per la madre di suo figlio e la fine del rapporto con questa; il difficile equilibrio tra padre/maestro e figlio/allievo; l’“assenza” dalle aspettative comuni della società per un uomo della sua età; i tradimenti subiti dai suoi allievi. I tradimenti del cuore con cui scende a patti.

Vibra forte la voce del sifu, senza mai essere fuori posto o fuori tono, vibra e scuote le corde interiori del lettore, che sia appassionato o non di arti marziali, perché se ne coglie una purezza limpida, una tensione indomita e innamorata per il Kung Fu, l’insegnamento e il continuo accrescimento di sé e dei propri allievi, ma soprattutto, si percepisce chiaramente come, nonostante i ripetuti viaggi compiuti negli anni, quella partenza verso l’Oriente sia sempre lì, pronta, come la prima volta, per essere raccontata e condivisa.

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Alex Pietrogiacomi
Giornalista, scrittore, ufficio stampa e consulente editoriale, da anni indaga la bellezza in ogni sua forma. Cura e ha ideato, la collana Blister Black Tie per Agenzia Alcatraz Edizioni. Ha pubblicato come autore e curatore, tra i vari titoli, TRATTATO DELLA VITA ELEGANTE, APOLOGIA DEL DUELLO, CHEZ D’ANNUNZIO, ELOGIO DELLO SNOBISMO, SEMPLICE,ELEGANTE, BIGLIETTO, PREGO, MISHIMA MARTIRE DELLA BELLEZZA e ha partecipato a molte raccolte di racconti e riviste lettterarie. Dal 1985 pratica a livello agonistico il Karate Shotokan e combatte nei pesi massimi, membro della Nazionale Master F.I.J.L.K.A.M. Assorbire è il verbo che più lo convince nella vita.

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