Il Privé di Davide Bertellini

Luciano e Gianluigi Cimmino

Chi sei?

L: Sono un artigiano, una formica. Ho sempre lavorato un’ora più degli altri ma sempre low-profile. Ho fatto una strada molto lunga, anche anagraficamente parlando, e per fortuna godo di ottima salute e sono ormai sessant’anni che lavoro.
G: Io sono il figlio che lavora due ore in più al giorno! Sono un imprenditore, ormai non più così giovane. Ho intrapreso questa strada con grande entusiasmo cercando di percorrere le impegnative orme paterne. Devo dire che ho avuto la fortuna di avere un padre che ha sempre dato spazio alle mie idee e ha lasciato anche libera la mia personalità di svilupparsi negli anni: è stato lui che ha appoggiato tutte le scelte imprenditoriali a partire da Yamamay per finire a Carpisa.

Lo dico sempre: mio padre è il più giovane, tra noi.

Dove siamo oggi (al RISTORANTE SOPHIA LOREN DI MILANO, dove abbiamo realizzato l’intervista, n.d.r.) ne è la testimonianza: l’ultima creatura, la nuova nata, nella costellazione dei SOPHIA LOREN RESTAURANT. È un progetto che lui ha voluto fortemente e nel quale ha trascinato tutti noi, famigliari e soci,  credendo in qualcosa che noi all’inizio non vedevamo ma che, oggi, è un successo concreto, e sotto gli occhi di tutti. 

La tua più grande passione?

L: Il lavoro sicuramente e poi amo il mare. Ho proprio una passione per il mare, per viverlo completamente stando lunghe ore in barca guardandomi intorno: il cielo, le albe, i tramonti. Parlando seriamente la prima cosa per me è la famiglia che è un’istituzione importante; mia moglie in primis che pazientemente da tanti anni mi segue – andiamo per i 54 anni di matrimonio – quasi come avessi scontato due ergastoli. Con l’età emergono degli aspetti positivi, altri negativi: si diventa più intolleranti e insofferenti però si sviluppa una grande stima reciproca. È a mia moglie che devo la mia famiglia, perché io ero sempre in giro per lavoro: ecco, Se tornassi indietro rifarei tutto ma, probabilmente, le dedicherei del tempo in più.
G: Il lavoro sicuramente è la mia più grande passione.

Ne avevo un’altra che ho chiuso nel tempo che erano le donne – molto legate a quello che facevo – ma oggi la famiglia e i figli sono tutto per me.

Mi godo i miei bimbi dando loro tutto il tempo che ho a disposizione. Amo anche viaggiare, del resto faccio un lavoro che mi porta a viaggiare spesso.

La tua più grande paura?

L: Ho paura di lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un mondo peggiore di quello che ho attraversato. Il pensiero di lasciarli in un mondo così pieno di angosce – io che ho vissuto gli anni Sessanta con un’atmosfera irripetibile – mi fa male. Ora ci sono guerre, pandemie, il cambiamento climatico. Forse la colpa è anche nostra, della mia generazione. Ci siamo impadroniti troppo tardi di questi argomenti.

Siamo in un momento di passaggio però c’è una sequenza di fatti prevedibili, una sequenza che era possibile immaginare; del resto, se uno ripassa la storia, sono cicli che si ripetono. Le nuove generazioni non hanno visto gli orrori della vera guerra dal vivo.

G: Lavorativamente parlando negli ultimi anni siamo stati abituati ad affrontare tutto, perciò non temo nulla. Mi auguro però di vivere abbastanza per dare il buon esempio ai miei figli che sono ancora molto piccoli.

Il tuo colore preferito?

L: Il giallo
G: Il rosso

In che epoca viviamo?

L: In un momento di grandi tensioni ma di grande passaggio. Fino agli anni Cinquanta si faceva una vita molto più simile a quella di fine Ottocento, come quella che facevano i nostri nonni. Poi c’è stato questo cambiamento epocale, questa accelerazione dalle comunicazioni.

L’umanità può raggiungere grandi mete ma può anche distruggersi da sola.

G: Viviamo in un’epoca difficilissima sotto tutti i punti di vista. Speriamo di uscirne presto. Abbiamo bisogno di pace, serenità e tranquillità.

Cosa c’è nel bicchiere?

L: Io non sono un grande bevitore. Sorseggio sicuramente un buon vino e poi mi appassiono ogni tanto a qualche distillato. Ora sto bevendo la Tequila. Poi magari passo agli Whisky. Vado a periodi.
G: Il mio vino, quello che facciamo in Irpinia a Nusco; si chiama VINUSCO e anche qui al ristorante ha un discreto successo. Un rosso, un bianco e un rosé.

L’ultimo pasto prima del patibolo?

L: Un po’ di cose napoletane messe insieme. Il cibo purtroppo è una droga. Una volta che prendi gusto a mangiare liberartene è difficile. Direi un gateau napoletano, uno spaghetto col filetto di pomodoro e una foglia di basilico, una frisella.
G: Per me lo spaghetto al pomodoro. Sono spaghettista!

Fumatore?

L: No e non ho mai neanche provato.
G: No.

Il libro sul comodino?

L: In questo momento sto leggendo un libro sul mio quartiere, Il Vomero, e poi la storia dell’Ing.Giuseppe Gabrielli; sono un appassionato di tecnica aeronautica. Gabrielli è stato un grande ingegnere della Fiat che siglava tutti i suoi modelli con la “G” e ha finito con il G91 che è stato il caccia che vinse il concorso della Nato come caccia europeo. Tale passione ha sostituito un po’ quella per l’automobile che mio figlio considera un oggetto di consumo come il Tv o il frigorifero mentre per me è un po’ diverso…
G: L’ultimo che ho letto è: “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa.

Cosa accadrà domani?

L: Ci sono appena state le elezioni politiche: un passaggio importante ma che purtroppo non risolverà niente. Fra le altre cose ho fatto anche il deputato… Sono molto legato a Carlo Calenda anche se nelle settimane prima delle elezioni mi ha fatto una grande scortesia e mi è dispiaciuto. In Campania l’ho introdotto io con il suo partito “Azione” ma poi quando ha fatto le liste elettorali non mi ha neppure chiamato.
G: Prevedo tanti ristoranti Sophia Loren nel mondo.
...segui Gianluigi.

Quel gran genio di Tom Ford

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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