Chi sei?
Sono un autore, un giornalista, un uomo curioso che tende a parlare e scrivere solo di ciò che conosce. Un ambito ristretto, quindi, dove sento però di poter dire delle cose che vanno dalla letteratura – ho scritto un LIBRO SULLA DIVINA COMMEDIA – all’arte – ho lavorato per anni con Vittorio Sgarbi – senza dimenticare la frontiera del quotidiano, che mi vede impegnato nel racconto della politica.
Politica che dovrebbe essere la forma più nobile di espressione umana e che purtroppo non lo è, o non lo è più.
Questo sono e questo faccio e amo. Ma amo anche insegnare: lo faccio sia all’Università – di Parma, dove ho una cattedra in linguaggi del giornalismo – sia alla Scuola Holden di Torino, dove tengo dei corsi più strutturati sulla cultura.
La tua più grande passione?
Il desiderio di conoscenza è la mia grande passione, seguito a ruota dal desiderio di stare in mezzo alla natura, agli animali.
Quindi diciamo che ho una passione orizzontale che è stare in mezzo agli uomini – la cultura, la letteratura, l’arte – e poi ho una passione verticale che è quella della natura e di cercare di stare in simbiosi con l’ambiente, che ritengo essere, oggi, una delle priorità del nostro vivere sociale.
La tua più grande paura?
Mi fa molta paura l’ignoranza perché una persona che ignora, che non approfondisce, che non legge, che non ha quella curiosità cui accennavo prima, è una persona che non ha gli strumenti per vedere. Dobbiamo immaginare la cultura come la luce: quando entriamo in una stanza al buio dobbiamo andare a tentoni, così se non accendiamo la luce l’ignoranza ottenebra la mente. Invece la cultura, l’intelligenza dinamica, quella che trova nuove connessioni tra le cose, garantisce di vedere.
Inoltre mi spaventa molto l’ignoranza perché non c’è modo di dialogarvi.
Il tuo colore preferito?
In assoluto il blu. Non c’è un motivo particolare; il blu è il colore del mare e del cielo; è il colore della vastità; è il coloro della ricerca, sia in ambito spirituale che culturale. Vesto spesso di blu, che non va confuso col nero, colore che non metto mai. Mi piace circondarmi di blu.
In che epoca viviamo?
Viviamo in un’epoca di grande cambiamento, ma Siamo a metà del guado. Come diceva il filosofo Emanuele Severino, stiamo abbandonando il trapezio della cosiddetta tradizione, che sono quelle modalità di vita nate insieme all’uomo che ci hanno accompagnato fino ad adesso. Ma ora siamo in volo verso il trapezio della modernità, che è pieno di incognite, perché ha a che fare con un mondo nuovo: il mondo della tecnica. Quando chiesero a Severino cosa succederà quando si affermerà il mondo della tecnica rispose che anche quel mondo finirà e allora si compirà il destino dell’uomo. Ecco mi piace pensarla filosoficamente.
Siamo in un passaggio epocale e, benché ogni generazione lo dica, questo è più epocale degli altri, è un passaggio clamoroso.
Cosa c’è nel tuo bicchiere?
A me piace il vino e l’acqua. Nel vino ho due grandi passioni: una è il lambrusco, soprattutto quello di Sorbara; l’altra è il pinot nero, possibilmente di Borgogna. Sono due vini agli antipodi ma che amo enormemente.
L’ultimo pasto prima del patibolo?
Credo che non lo farei. Starei a digiuno perché la mia mente sarebbe già proiettata altrove e non credo che il mio stomaco potrebbe ricevere qualcosa.
Fumatore?
Sono stato fumatore e ho amato molto fumare tutto ciò che è legale. Fumavo le sigarette, fumavo il toscano, fumavo il cubano e fumavo pure la pipa. Adesso ho smesso di fumare tutto. Ogni tanto fumo un Antico Toscano e poi fumo quei minotauri di sigarette elettroniche che sono dei palliativi, però non mi manca la sigaretta normale perché quando la accendo dopo due tiri la butto.
Il libro sul comodino?
Io leggo tutti giorni tantissime cose però se devo dire un libro che non può mancare sul comodino direi i Saggi di MICHEL DE MONTAIGNE, che è un pensatore così grande da essere riuscito, diversi secoli addietro, a cogliere l’archetipo delle cose, il che è sempre utile; basta aprire una pagina, e viene fuori che quella pagina parla di noi.
Questo, d’altronde, sono i classici. così come la Divina Commedia.
Cosa accadrà domani?
Domani accadrà che le nuove generazioni prenderanno in mano la situazione e tenteranno molto più di noi di cambiare le cose. Ormai viviamo in un mondo “storto”: pandemie, guerre, crisi economiche, crisi energetiche, inquinamento, surriscaldamento. Sono convito che i giovani abbiano una grande energia vitale tanto è vero che la testimonial della lotta contro il cambiamento climatico è una ragazza giovanissima, Greta Thunberg.
Io confido molto nelle prossime generazioni, e sono convinto che riusciranno a cambiare il mondo in meglio, cosa che non abbiamo fatto noi, anche grazie ai nuovi strumenti tecnologici.
Per quanto mi riguarda, invece, io continuerò con le mie cose: oggi 30 settembre alle ore 22:45 ricomincia il mio programma Tv su La Nove, con Marco Travaglio e Andrea Scanzi: “ACCORDI E DISACCORDI”.
Il mio compito? Dare voce a chi non ce l’ha, perché la politica è nata per chi non ce la fa; e io vado avanti così.
...segui Luca.
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