Fumoir

Dove vanno i sigari avana?

Vent’anni dopo la mia prima “gita” a La Habana, quest’anno mi sono ritrovato, durante il XXIV Festival del Habano, a far parte integrante di questa kermesse.

Poichè l’evento più importante, da un punto di vista tecnico per gli appassionati, è stato il concorso Habanos World Challenge con la partecipazione di ben 6 squadre presentate da altrettanto distributori locali di Habanos e, siccome parliamo di un format che ormai si è consolidato, vedere che la propria idea ha successo mi inorgoglisce. Degno di grande nota e rilievo, tra i tanti seminari, quello sulla marca Trinidad che compiva 55 anni.
Interessantissimo quest’ultimo innanzi tutto perché si è parlato della  comparsa ufficiale del Fundadores di Trinidad durante la “Cena  del millennio” organizzata dalla rivista Cigar Aficionado con Marvin Shanken a Parigi nel 1994: erano gli esordi di Habanos che quest’anno ha festeggiato i 30 anni. Cena in cui furono usate casse da 50 di Fundadores (laguito 1 cepo 38/192), il sigaro iconico di questo brand nato solo ed esclusivamente per i regali ai diplomatici insieme a dei Piramide di Cohiba e a dei Grand Corona di Cohiba: questi sono rimasti ancora una vera e propria chimera, salvo essere presenti nell’humidor che quest’anno ha fatto segnare il record di aggiudicazione  a soli 4.500.000 dollari (quattro milioni e mezzo di dollari), contribuendo al totale complessivo di 17.800.000 devoluti al sistema sanitario cubano.

E proprio quella cena del millennio inaugurò le aste di casse di sigari e in  seguito di humidores con i proventi devoluti alla sanità cubana.

Quella prima volta furono raggranellati diverse migliaia di dollari, ma penso a quei fortunati che si aggiudicarono le casse di Fundadores dal cepo 38 cioè laguito n.1 del debutto; o anche i fortunati che si aggiudicarono le prime piramides di Cohiba: non potevano allora e non possono lamentarsi oggi! Sul mercato dei collezionisti la quotazione di simili rarità ha valori a 4 zeri e non di meno, per  il fatto che per avere una cassa di piramide bisognerà aspettare le EL degli anni duemila oppure aver avuto la fortuna di acquistare una delle tre giare del millennio dedicata proprio a Cohiba (le altre due non sono da meno: una Monte robusto e una Cuaba Distinguidos).
Che dire di questa cena, sto provando a riorganizzarla e per questo posso dirvi quali erano i vini della serata: iniziarono con un Dom Pérignon, poi a seguire un Hermitage blanc, uno Château Lafite Rothschild, Quinta de Noval Nacional e un Cognac Hors d’age; dei sigari mi mancavano dei Gran Corona Cohiba ma sono riuscito ad averne qualcuno e quindi presto riuscirò a realizzarla.

Dicevamo, dove vanno i sigari avana?

I report ufficiali parlano di aumenti dei guadagni a fronte di una diminuzione della quantità nella distribuzione dei sigari. L’avana ormai si colloca tra i prodotti di lusso, quindi oltre alla produzione ordinaria o commerciale, le produzioni speciali e di nicchia andranno aumentando in primis con gli humidores di altissima qualità.  Del resto al debutto dei Behike (Festival del Habano 2006), la linea alta di Cohiba, un Humidor di 40 sigari prodotto in 100 esemplari ci sembrò  carissimo a 15mila dollari mentre oggi quota intorno al milione. Pensate quindi agli humidor del 50esimo di Trinidad aggiudicati in media a 270 mila euro l’uno e contenenti l’unico Trinidad a non avere il pig tail ed essere un figurado vitola de galera doble piramide (59/155).
Di questi humidor ne sono stati prodotti solo 100 ma è andato a ruba, così come l’humidor del 55esimo ha superato i tre milioni di dollari. Sono manufatti straordinari, frutto dell’artigianato italiano tutto di DEART di Massimo de Munari con il quale, per altro, siamo andati a visitare la fabbrica dei Trinidad Francesco Donatien a Pinar del Rio e, giusto per capire che si tratta di prodotti di nicchia, per quest’anno la produzione ordinaria raggiungerà gli 80 mila sigari!
Già, ormai i prodotti di nicchia sono le linee di punta: dalla Linea Maestra di Partagas lanciata lo scorso anno alla Linea de Oro di Romeo Y Julieta alla linea 1935 di Montecristo. Gli humidores speciali invece hanno visto l’esordio di 55 Lanceros di Cohiba (Laguito 1), condizionati per l’anno del dragone e diretti al solo mercato cinese.
Ebbene, i cinesi entrati nell’asset di Habanos occupano un posto importante nel mercato, non solo perché molti connazionali girano ovunque in Europa a rastrellare sigari di cepo importante, ma al festival rappresentavano quasi il 50% dei partecipanti a ogni attività. Molti sono ancora fumatori allo stato iniziale quindi fumano sigari con cepo  dal 54 in su e abbinano rum costosissimi o Macallan.
Ho visto più di qualcuno di questi fenomeni guardarmi con sommo disgusto, quasi stessi fumando una sigaretta, mentre mi concedevo il primo sigaro della mattina che era un demi tasse aka entreacto di El Rey del Mundo, un piccoletto dal cepo  al di sotto dei 30, oppure essere quasi deriso perché fumavo un laguito 2 di Cohiba, “too slim”.
Ovviamente è partito il mercato cinese e, posto che sino ad ora la distribuzione appare riprendersi, le quantità per brand sono sempre più ristrette. La produzione totale  si stima – ma non è ufficiale – raggiungere i 50 milioni di pezzi. Se fosse vero, comunque è estremamente esigua rispetto alle richieste: in Italia appena arrivati in tabaccheria i sigari scompaiono, rimangono solo alcune referenze come certi Cohiba o Trinidad, ma solo in attesa del cinese di turno che se ne approvvigiona per rivenderli in patria.
Dicevamo del Festival: la collaborazione con St. Dupont ha avuto un incremento con la produzione di humidores speciali e di accendini dedicati quest’anno a Trinidad; per la verità, al lancio delle marche di Habanos ai primi anni 2000 c’era anche un Trinidad in parte richiamato nel modello Gran Dupont a doppia fiamma (dolce e jet flame).
Le novità sono il lancio del  San Cristobal de la Habana Reinas, vitola Maravillas n.5 (nuova vitola)  Cepo. 55 Largo 175; del San Cristobal de La Habana 25 Aniversario  vitola  double robusto  (cepo.  54  Largo 164); del Quai d’Orsay Especial d’Orsay  vitola sobresaliente  (cepo. 54  largo. 153); del Trinidad Robusto Extra  vitola  doble robusto   (cepo. 50  largo. 155) e del Montecristo Brillantes Venerables (nuova vitola) (cepo. 53 largo 128).

Fumati tutti in anteprima – ma le anteprime non sono mai da tenere in considerazione – sono tutti molto interessanti, anche se i San Cristobal sinceramente risentivano molto della giovane età.

La cena del mercoledì, un tempo dedicata ai distributori (ricordo quella del 2006 in cui Diadema fece “cucinare” Ciccio Sultano e Massimo Bottura appena insigniti delle 2 stelle Michelin), ha avuto come protagonista il lancio di un nuovo Quai d’Orsai abbinato allo champagne Tattinger.

Qualcuno al di là dell’oceano si è accorto che si può abbinare questo vino  francese  ai puros!!!

Noi che lo frequentiamo da molti anni, quasi 4 lustri (e il nostro Gnaffo ha partecipato a una di queste “degustazioni” ragionate) possiamo dire che non è mai troppo tardi checché ne dicano i puristi per i quali bisognerebbe raccogliersi in silenzio, fumare e… basta. Consentitemelo “che …noia”! Noi nel FUMOIR siamo anche oltremodo vivaci e usiamo il tempo della fumata per fare qualche notazione sul sigaro, ma poi parliamo un po’ di tutto, abbiniamo o proviamo ad abbinare di tutto, siamo alla ricerca continua di un buon abbinamento nella continua e spasmodica ricerca che conferma i propri giudizi quando reitera un abbinamento e che permette di rimanere piacevolmente sorpreso di qualcosa di impensabile: spesso accade il contrario, ma se non si gioca non si può mai vincere.
Dicevamo di un seminario con tre sigari e tre champagne: sinceramente sarebbe bastato un sigaro soltanto per i tre champagne di Tattinger, un base, un rosè e un millesimato. I sigari erano un San Cristobal, un Quai d’Orsi e un Trinidad:  il rosé  è apparso abbastanza inopportuno anche perché il vino fermo predominante era il meunier.
La Francia sopra gli scudi anche perché, proprio in occasione dei 30 anni de L’Amateur de Cigar, Madame Annie Lorenzo, direttrice del magazine, ha vinto il premio Hombre Habano per la Comunicazione (una sorta di oscar dei sigari avana con diverse categorie).
Una menzione speciale va poi a Fabio Balestracci: anch’egli in nomination per la comunicazione, autore di  diverse pubblicazioni sui sigari tra cui Hablamos el mismo idioma.
La sorpresa del primo giorno di Festival l’abbiamo avuta alla selezione dei finalisti del Habanos World Challenge dove, dietro al team del Kuwait che ritornava in finale dopo un anno, si è classificato inaspettato quello del Canada che anche in finale, dando il meglio di sé, ha letteralmente sbaragliato i finalisti veterani dello scorso anno, vincendo.
Quest’anno le 6 squadre della fase finale erano Colombia, EAU, Spagna, Libano, Canada e Kuwait. Hanno presentato concorrenti preparatissimi e molto capaci, tanto da registrare voti da 80/100 in su! (In una fase finale è il record e come giurato ho partecipato almeno a 4 o 5).
La serata finale ha visto l’asta raggiungere quasi 18 milioni di dollari e la performance musicale finale dei Village People, sempre coinvolgenti nonostante gli anni e i chili: 8 canzoni senza nessun bis.

Che dire, mai come quest’anno aveva valso la pena essere al festival, anche se i  costi sono lievitati enormemente.

Ma non possiamo chiudere questo articolo senza confessare una speranza: quella che la produzione ordinaria ritorni a ritmi di qualche lustro addietro quando in tabaccheria si riusciva a trovare un po’ tutta la produzione ordinaria dai Bolivar ai Cuaba, dai San Luis Rey ai Por Larranaga,  ai Partagas, a La Gloria Cubana, o anche i Cazadores di RyJ .
Chissà se tra cepos 58 e prezzi da capogiro  questo loop finirà o continueremo così… ne parleremo il prossimo anno!
...segui Nicola.

Baby Reindeer

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Nicola Pileggi
Avvocato, mezzosangue calabrese, sampietrano emigrato a nord, S.Vito dei Normanni città della fortuna in tutti i sensi: moglie, figlie,... Fumatore appassionato di avana, curioso dicono “vulcanico”, fondatore di Alto Salento Cigar Club, un consesso di fumatori che da un paese della Puglia arriva a la Habana, il fil rouge… il sigaro, un socio e tanta passione. Trentasei anni di storie di fumo iniziate nella capitale dell’europeismo da stagiaire con un Monte A e tanto fumo, un vissuto di fumo alle spalle fino al format di Habanos World Challenge. Scritti solo di diritto, cariche… onorarie pure, molto fumo, tante incontri, tante occasioni, moltissimi ricordi. Un solo motto: il meglio non è per tutti!

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