Utopia del bicchiere della staffa

L’ora più buia è quella senza whisky

Per Sir Wiston Churchill il night cup non era il bicchiere prima di coricarsi, ma quello del risveglio, mentre si attardava nel proprio letto fino quasi all’ora di pranzo per leggere i quotidiani. Che simpatizziate o meno con le sue scelte politiche è l’ospite perfetto per questa rubrica. Molti sono i suoi aforismi riguardanti il bere, uno fra tutti recita: La mia unica regola di vita è bere prima, durante e dopo i pasti...
Figlio d’arte, il padre non disprezzava la nobile arte di degustare, la sua fu dapprima una necessità legata al periodo in cui prestava servizio militare nell’odierno Pakistan. All’età di 22 anni, non amava bere, ma si costrinse a farlo con dello scotch ed acqua, distillato peraltro odiato dal padre, il quale diventerà invece il suo elisir quotidiano con l’avanzare degli anni.
Avviato ormai ad una sfavillate carriera di sorseggiatore spericolato, ebbe un colpo di fulmine per lo champagne Pol Roger, grazie anche all’incontro con Odette Pol-Roger nel 1944. Innamorato da tempo della bollicina d’oltralpe, soprattutto se strutturata ed elegante con una permanenza sui lieviti di almeno 4 anni, quello con la maison POL ROGER fu un vero e proprio matrimonio durato quasi 60 anni. Durante questo periodo, la maison stima che Sir Winston abbia acquistato e consumato 42000 bottiglie del formato 56,8 cl, circa 2 bottiglie al giorno. L’amicizia fra Odette e Churchill fu profonda e duratura, tanto che il primo ministro chiamò un suo cavallo Pol Roger e che Odette non mancò mai di inviargli una cassa di champagne ad ogni suo compleanno. Alla morte di Winston nel 1965, la casa spumantistica francese abbigliò gli champagne White Foil con un’etichetta nera per indicare il lutto e successivamente gli dedicò una cuvée, Sir Winston Churchill appunto, la cui ricetta rimane gelosamente custodita.
Il primo ministro inglese si servì dell’alcool per superare l’ impasse durante un incontro nel ’42 col dittatore russo Stalin. I due non riuscivano a trovare un accordo in via ufficiale, così Churchill propose un incontro solo fra loro due e tanto da bere. L’amore d’altronde si sa, è un linguaggio universale, e quello per il bere li accomunava entrambi, così si intesero per la prima volta. Chissà se anche oggi una colossale sbronza porterebbe ad un intesa…
Per il grande statista la scelta d’abbinamento è ampia, ma visto la sua passione per lo Champagne e la fortuna di averlo bevuto in più occasioni, non posso esimermi dal raccontare lo Champagne Sir Winston Churchill 2008 di Pol Roger.
Per questo misterioso assemblaggio, la cui base sappiamo essere composta da Chardonnay e Pinot Noir, possiamo certamente affermare che l’assaggio risulta pieno, elegante, ma comunque fine, con perlage abbondante e dalla grana sottile. Cremoso! Un Bouquet invidiabile che sprigiona note di agrumi canditi, nocciole tostate, croissant appena sfornato, pepe… 10 anni sui lieviti, affinamento a meno 33 metri sotto il livello del mare, remuage ancora interamente manuale, un’opera d’arte che ricalca il carattere del celebre primo ministro inglese.
...segui Alessia.

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Alessia Cattarin
Dicono di me: ironica e auto-ironica, granitica sulle posizioni lavorative e personali, ma malleabile se necessario. Socievole. Pessimista cosmica, ma in grado di illuminarsi davanti ad una bollicina. Senza mezzi termini, la diplomazia sembra proprio non riguardarmi. Capace, tenace e professionale, in uno strano modo persino paziente. I complimenti per ultimi: qualcuno ama definirmi Puntigliosa! Di me penso: sono un’irrimediabile sognatrice, una metallara, una fenice, un avvocato delle cause perse, una che non tollera sopraffazioni e ingiustizie. Cinica, per sopravvivere in un mondo concepito con sadismo.

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