Dopo i rencontres philosophiques di Monaco è tempo dei rendez-vous littéraires, a Parigi
Quando penso alla contemporaneità penso a Charlotte Casiraghi.
Benché priva di titoli nobiliari, la secondogenita monegasca nata dall’unione tra una principessa e un imprenditore, è undicesima nella linea di successione al trono di Monaco e, come se non bastasse, oltre a esser destinata a diventare musa o, perdon, égérie di Chanel, la nostra ha dimostrato di saper anche militare, e con una certa squisita disinvoltura, peraltro, presso l’adamantina torre delle Lettere.
Laureata in Filosofia à la Sorbonne (e dove sennò) nell’A. D. 2004, a Madame Casiraghi si deve oggi il merito di aver saputo rinverdire l’attenzione attorno al mondo del circolo culturale, che ha vivificato nei Rencontres Philosophiques che lei stessa ha ideato, e ambientato, come una sorta di ritorno a casa, in quel Montecarlo.
Ebbene, cosa c’entra, questo, con la contemporaneità?
Tutto, se è vero com’è vero che viviamo in un’epoca assai indulgente e anzi riconoscente nei confronti della contaminazione.
Una società che s’è sublimata dal liquido al gassoso tanto per proporre, in una riga, il superamento della teoria di un altro filosofo – ma anche sociologo e accademico della contemporaneità, appunto – di nome Zygmunt Bauman.
Un mondo, quello contemporaneo, che in singole individualità concentra competenze, interessi e vocazioni multiple tali da dare luogo a un universo multi-potenziale, i cui estremi ritroverete teorizzati – anche in pillole – dall’ottimo Giulio Xhaet nel volume #contaminati.
Una contemporaneità fatta di genie spurie, figlie del mescolamento dell’umano col mitico, dell’aristocratico col popolare: esseri ibridi, appunto, come lei, e che ibridamente si comportano innestando nuove ramificazioni del pensiero e, per estensione, dell’esistenza tutta.
Solo una creatura simile poteva concepire, dopo i suddetti Rencontres, un Rendez-vous littéraires ospitato e patrocinato, per restare in tema, nientemeno che dalla stessa Chanel.

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