Fumoir

C’è un posto per tutto e tutti sotto il cielo

Ovvero, le dimensioni contano!


Chi l’ha detto che le dimensioni non contano? Pensate all’efficacia del numero nelle battaglie che costellarono la lunga marcia del grande timoniere (Mao) e alle vittorie di Deng Xiaoping, alla ostinata capacità di sopravvivere a  tutto di quest’ultimo – banda dei quattro inclusa – che lo portò a ottenere, per meriti, il titolo di unico e vero traghettatore nella modernità della Cina popolare. Il tempo della marcia, un anno e oltre 10 mila chilometri, le vittorie, da quella  nel ’45 contro i giapponesi, alla vittoria sui nazionalisti, alle traversie che in 20 anni lo videro prima  ministro delle finanze, poi operaio nella fabbrica di trattori, a oltre 67 anni, e quindi la riabilitazione e il comando effettivo del PCC dal 1981. 

La sua statura fisica non era un granché quindi le dimensioni furono… relative.

Pensate, invece, alle dimensioni dell’enorme mercato che l’ex Regno di Mezzo, oggi RPC, rappresenta .

Nel mondo degli avana, da tempo ormai, le dimensioni dei sigari sono cambiate: siamo passati dai Partagas Serie du Conn. n.1, 2 e 3  tutti cepo 38, dai Ninfas di Punch cepo 33 o Panetelas di Quai d’Orsay o gli Hoyo du Gourmet per giungere al cepo 58 del Majestuoso 1966 o 60 del Grandiosos Cohiba 50mo aniversario, con un largo di 178 mm.

Per avere una idea: un diametro di 24 mm e non meno impegna due ore di tempo, ore in cui anche il godimento della fumata risentirà delle estensioni dei muscoli mandibolari, non indifferenti.

È il cepo, cioè il diametro, a preoccupare poiché aumenta sempre, anche nei corti. Se è vero che i sigari lunghi e sottili non vanno più di moda, non se la passano meglio neanche quelli corti e sottili: quest’anno è passato a miglior vita anche il tubo n.3 di Bolivar (un Placeras 34/ 125) seguendo illustri piccoletti di grande tradizione dai Margaritas di Punch (Carolinas 26/121), i SdC n.3 di Partagas (un Carlotas 35/143) .

Oggi nell’era del fast da un lato i sigari si accorciano, dall’altro ingrassano, quindi dal petit robusto di Hoyo de Monterrey (50/102) – che aveva aperto la strada ai cicciotti corti – si è giunti al medio siglo di Cohiba ( 52/102) e ai D5 o D6 di Partagas cepo 50 con un largo di 110 e 90, tutti piccoli e di facile fruizione proprio per il cepo grande.

Resistono a queste mode alcune marche tra le più importanti conservandodiverse referenze con cepo al di sotto dei 40 come Cohiba, Montecristo e Romeo y Julieta.

Certo, la maggior parte dei fumatori oggi chiede sigari cepo grosso e anche corti, mentre una minoranza sparuta – spesso saccente – cerca qualcosa di slim e compra poco o nulla in tabaccheria, ma bisogna tener presente un fatto: i sigari devono essere venduti, vanno riassortiti, ma se esiste chi se ne approvvigiona fuori dall’Italia o addirittura online – atto illegale  – non si può pretendere di trovarli sugli scaffali per esaudire i desiderata di pochissimi.

Tali condotte portano all’assenza sugli scaffali italiani dei miei adorati demi tasse di El Rey del Mundo, un entreactos (30/100) adatto a iniziare bene al mattino o per accompagnare un buon caffè alla napoletana (cuccumella), tanto che era considerato un sigaro fatto per le donne e per gli amanti che, all’opera, se lo gustavano tra un atto e l’altro.

Queste fumate corte e di cepo considerevole, spesso finiscono sul più bello, assomigliano a qualcosa di incompleto simile a ben altre interruzioni più coinvolgenti, perché sul più bello tutto finisce.

Molti si giustificano dicendo: “Non abbiamo più tempo per fumare.” Se non hai tempo non fumi. Il tempo svolge un ruolo importante nella fumata perché è una variabile del ritmo, ed è inversamente proporzionale alla piacevolezza della compagnia, ma non va mai controllato o limitato. È il sigaro che hai scelto che te lo detta. Non sei un tabagista, ma un fumatore di sigari che trova piacere nella preparazione nell’atto in sé, nel rito della fumata e nel fruire di un manufatto di grande qualità da solo o in compagnia.
La dipendenza dal tabacco è altro: il fumo è veloce e serve solo a ricostituire gli effetti della nicotina nel corpo umano, e da qui la dipendenza dalla sostanza: siamo ben lontani dal concetto di fumatore di avana: nessuna compulsività nell’atto, nessuna dipendenza.

Il solo pensiero di “dover” fumare spinto da una bisogno o necessità, mi porterebbe a desistere dal fumare;  pensare di assoggettare il fisico alla dipendenza da una sostanza significa escludere  la mente e cedere alla necessità fisica.

È il corpo che controlla la mente,  e già che ne abbiamo di muscoli involontari,  anche le dipendenze…

Un fumatore di avana, o un fumatore di sigari premium in genere, non può e non deve essere confuso con costoro. Riuscire a comprenderlo non è semplice, riuscire ad esserlo ancora di più!

Questo lo dimostrano esempi lampanti di “fumatori di bastoni di tabacco” che, al posto della pirolisi nel “corpo” del sigaro, spesso riportano fenomeni di ipossia cerebrale  che potrebbe essere una, ma non la sola, causa del proliferare tra loro dei  leoni da tastiera.

Sic transit 

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Legenda:

*Cepo: diametro del sigaro espresso in 1/64 di pollice
**Largo: lunghezza del sigaro espresso in millimetri
*** Ninfas, Panetelas, Placeras, Carolinas, Carlotas, vitola del galera cioè nome che nella fabbrica vien riferito ad un sigaro con un certo cepo e certo largo può coincidere con la vitola de salida
****Serie du Conn.n.1,2 e3, D5, D6, Hoyo du gourmet, Majestuoso, Grandiosos: vitola de salida cioè nome commerciale che assume il sigaro all’uscita dalla fabbrica impresso sulla scatola o cassa

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Nicola Pileggi
Avvocato, mezzosangue calabrese, sampietrano emigrato a nord, S.Vito dei Normanni città della fortuna in tutti i sensi: moglie, figlie,... Fumatore appassionato di avana, curioso dicono “vulcanico”, fondatore di Alto Salento Cigar Club, un consesso di fumatori che da un paese della Puglia arriva a la Habana, il fil rouge… il sigaro, un socio e tanta passione. Trentasei anni di storie di fumo iniziate nella capitale dell’europeismo da stagiaire con un Monte A e tanto fumo, un vissuto di fumo alle spalle fino al format di Habanos World Challenge. Scritti solo di diritto, cariche… onorarie pure, molto fumo, tante incontri, tante occasioni, moltissimi ricordi. Un solo motto: il meglio non è per tutti!

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