Cena a sei mani: Gianluca Gorini, Antonia Klugmann, Pier Giorgio Parini
Cosa rende possibile una convivenza – felice e appagante – tra tre cavalli di razza?
Parlando di ristorazione, una spiccata condivisione del “sentire ” nell’approccio alla cucina.
Certo, li conosciamo tutti e tre assai bene e ben sappiamo che, ognuno, è dotato di personalità delineata, decisa, corposa. Eppure, mantenendo ciascuno la propria natura, hanno saputo dare vita ad una performance di alto livello: un’esperienza a tutto tondo che ci ha regalato momenti di autentica emozione.
La successione dei piatti ha evidenziato, nella sua globalità, un percorso profondamente ispirato, armonico, animato da un equilibrio dinamico.
Una declinazione di portate di grande respiro, nella quale ciascun autore non si è affatto risparmiato nell’infondere in ognuna delle proprie “creazioni” un carattere nitido, un’impronta precisa.
Come le note prevalentemente amarognole e vegetali della zuppa di cavolo nero, chiodini e salvia…

…quelle acide della tagliata, pomodorini, rucola e grana…

…le note ferrose e terrose dei maccheroncini con tartufo nero, cuore e fegato di faraona e vino rosso…

…fino al sapido-erbaceo del cervo, cardo, cento erbe e acciuga.

Piatti pensati, ma non troppo; piatti di cuore, sicuramente; piatti, qualche volta, giustamente e volutamente azzardati.
Piatti che ci hanno fatto vivere un’esperienza entusiasmante, briosa, frizzante, che ha messo in luce quanto siano simili queste tre personalità, così originali e interessanti, eppure così diverse da cadenzare la serata con un ritmo incalzante, di sorpresa in sorpresa, fino alla soddisfazione finale, dipinta sul volto di ciascuno dei commensali.
Al termine della degustazione, i tre artefici sono usciti per salutare e per ringraziare. È stato toccante vedere quanta complicità e interazione fossero vive nei loro sguardi. Benché reduci da una giornata assai pesante, tutti e tre brillavano di un’energia e una positività tali da trasformare la fatica in gioco.
Quella di tre individualità capaci per un giorno di condividere ogni azione, ogni gesto, ogni idea.
E ci piace pensare che proprio in questa condivisione stava, prima di tutto, il loro, di divertimento, nonché il segreto di una cucina capace di comunicare “a pieni sensi” col commensale, consapevole di essere stato partecipe a sua volta di un’esperienza totalizzante e, in questi termini, irripetibile.
Gli altri piatti della serata:






* tutte le foto sono di Alberto Cauzzi

Quando c’è cuore e passione tutto ha un sapore