Sono andato via 28 anni fa, ma parafrasando James Bond nella scena finale di Quantum of Solace, Catania ogni volta che torno mi dice: “Bentornato a casa”, ma la mia risposta è: “I have never left”, col cuore non sono mai andato via.
Ti accorgi di essere arrivato a Catania, quando scendi dall’aereo e vedi la maestosità dell’Etna, senti l’odore del mare, e anche se sei a gennaio il sole sa riscaldarti senza farti evaporare l’anima.
Qui l’orizzonte ti dona sempre un infinito color azzurro colbalto, con il cielo che si fonde con il mare, sai che qui ti ricarichi, l’aria intrisa dalle polveri sottili inodori ed impercettibili, dei minerali dell’Etna ti danno una carica unica e dopo sei capace di tutto, anche di attraversare gli oceani in tempesta, e chi è nato da queste parti lo sa: chi viene da qui è costretto a lottare e a vincere sempre. D’altra parte ci troviamo a Catania, città definita l’Araba Fenice, perché rinasce sempre dalle sue ceneri. Distrutta 7 volte da terremoti ed eruzioni laviche, è sempre rinata più bella e rigogliosa di prima.
Siamo in un posto imperfetto ma molto simile al paradiso, qui I colori, gli odori I sapori hanno un’altra dimensione, una densità diversa.
I catanesi sono sempre ironici, pronti allo scherzo, sarcastici, ma si portano dentro la malinconia struggente dell’incertezza del domani.
Molti ci hanno provato ad andare via, da Vitaliano Brancati, a Vincenzo Bellini, da Carmen Consoli, che trasferitasi a Parigi, canta spesso in catanese, a Mario Biondi, ma tutti sono rimasti catanesi dentro, perché non puoi lasciare questa città, perché è lei che non ti lascia.
Catania te la porti dentro sempre, con quell’anima vulcanica che ti segna e anche chi viene solo per una volta non potrà mai più dimenticarla.
Se vai via e poi torni è sempre pronta ad abbracciarti e ad inglobarti, ma per questa città il mio è un amore eterno, immenso e incondizionato.
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