Il grande principe de Curtis – in arte Totò – spesso intercalava così – ovvero col motto “Poi dice che uno si butta a sinistra” – quando qualcosa non andava o qualche piccolo privilegio veniva concesso ai danni dei poveretti, frutto delle angherie poggiate sull’esercizio del potere.
Ora che c’entra questo con gli avana?
Con i nostri amati Habanos, gli unici DOP e sicuramente rientranti nella categoria dei sigari premium? NIENTE.
Già, perché in questo tempo che non ci siamo visti ne è passata di acqua, rectius fumo, sotto i ponti.
Sono cambiate le sanzioni per chi supera le franchigie di ritorno dai viaggi extra UE o da un paese comunitario: dal 4 ottobre 2024, per le piccole violazioni per l’introduzione in libera circolazione delle sostanze spiritose e del tabacco, si parte da € 200,00 per passare ai € 500,00 e infine agli € 1000,00 di sanzione amministrativa restando sempre per i tabacchi, come per le violazioni più gravi – dai 5 mila/00 euro ai 50 mila/00- la confisca e distruzione del sequestrato.
Prima di ottobre il minimo era cinquemila/00 euro e, oltre i kg.9,99 scattava il penale, come si dice in gergo, mentre oggi il penale scatta a 15 kg.
In sostanza considerate 5 grammi a sigaro: se passate la dogana e avete più di 50 sigari provenendo da paese extra UE o più di 200 sigari proveniente da una paese comunitario incorrerete nelle sanzioni di cui sopra con la confisca e distruzione (sempre) di quanto sequestrato.
Quindi fate attenzione perché in alcuni luoghi della nostra Repubblica addirittura vi tolgono anche i 50/200 sigari della cosiddetta “franchigia”: li computano nelle sanzioni, ve li sequestrano e poi distruggono.
Infatti la legge ai varchi doganali dello Stato non è applicata in maniera eguale su tutto il territorio: alcuni Uffici la applicano più rigidamente che altri, costringendo i malcapitati a introdurre ricorsi e spendere ulteriore denaro per 10 o 5 sigari. Questo perché li qualificano come contrabbandieri per piccole quasi insignificanti violazioni, (i malpensanti credono che accada in nome della “produttività”) di fatto costringono a difendersi e spendere denaro per riottenere probabilmente solo i sigari della franchigia!
Poi dicono…
Siamo a fine gennaio e speriamo che la proposta di legge sui sigari premium sarà ripresentata al Congresso americano appena eletto e questa volta al Congresso dovrebbe passare viste le maggioranze schiaccianti raggiunte.
La proposta è stata introdotta da diverse legislature, ma ad oggi non è ancora stata adottata, poiché si verte sulla qualificazione e riconoscimento quali “opere artigianali” dei sigari premium, che per essere considerati tali devono avere questi requisiti:
a) il sigaro è avvolto in foglie di tabacco intere;
b) contiene solo tabacco in foglia al 100%;
c) contiene almeno il 50% (del riempitivo in peso) di tabacco a riempimento lungo (foglie intere di tabacco che corrono per tutta la lunghezza del sigaro);
d) è fatto a mano o arrotolato a mano, il che significa che non è stato utilizzato alcun macchinario oltre a semplici strumenti, come le forbici per tagliare il tabacco prima dell’arrotolamento;
e) non ha filtro o bocchino;
f) non è aromatizzato;
g) contiene solo tabacco, acqua e gomma vegetale senza altri ingredienti o additivi;
h) pesa più di 6 libbre per 1.000 unità (In sostanza un sigaro che pesa di più di 2,73 grammi circa).
Ma perché tale legge è importante?
per i cittadini americani, perché la tassazione e regolamentazione dei sigari premium sarà sottratta alla FDA e quindi verranno considerati prodotti tassati meno degli altri prodotti a base di tabacco, mentre per tutti noi significa la formale differenziazione di alcuni prodotti come i nostri amati avana, che ottengono anche il riconoscimento importante: i sigari premium non creano dipendenza nei fumatori che fumano solo quelli e non possono provocare il cancro ai polmoni.
Tali affermazioni sono “evidenze” emerse e taciute sino a poco tempo fa in un lavoro commissionato dalla FDA e svolto dalla Nasem (National Academies Sciences Engineering Medicine), prodotto nel 2022 e depositato come prova a favore della FDA nel giudizio perso dalla stessa nei confronti dei piccoli produttori di sigari premium. Dell’altro ieri la notizia che l’appello proposto da FDA è stato respinto dalla Corte dello Stato di Columbia.
Un bel passo avanti anche se nessuno ne parla, ma dovremmo pur iniziare a fare smettere ogni tipo di criminalizzazione e di apartheid anche da parte dei fumatori di “carta” – rectius di sigarette – nei confronti di un prodotto tanto particolare quanto prezioso: il sigaro avana.
Oggi nel mondo del fumo si segnalano iniziative a dir poco bizzarre, come quelle che dal 1 gennaio vedono Milano come la città in cui è sicuro che il cancro al polmone non verrà dai fumatori, che inquinano l’aria, O come quelle di alcuni medici, che sposano gli swap o le sigarette elettroniche che non creerebbero il cancro ai polmoni ma non hanno ancora dati per dire che se fa male ad altro, ma questi sono i tempi…
Mala tempora…
Nel mondo degli avana invece la produzione è sempre ridotta e per questo i prezzi sono saliti, alcune referenze sono alle stelle. La coperta è corta: il mondo del consumo si sposta verso l’est, il sud-est asiatico incluso, e dopo la partenza dei fumatori cinesi cui dobbiamo l’allineamento dei prezzi alla piazza di Hong Kong se dovessero partire mercati come l’India allora sì che sarebbe davvero duro trovare anche un La Piedra.
Il 2024 è stato l’anno del 55 di Trinidad.
Sono reduce dall’ultima delle tre feste dedicate alla marca nata nel 1969 solo per i diplomatici e che ha registrato da metà anni ’90, con la comparsa al pubblico durante la cena del millennio a Parigi del primo fundadores Laguito 1 cioè cepo 38, che diventerà 40 di cepo al debutto commerciale nel 1998, un’impennata straordinaria per collocarsi tra i marchi del Lusso di Habanos con le ultime due uscite, Feste meravigliose svoltesi a La Habana durante il Festival a fine febbraio scorso (VE NE ABBIAMO PARLATO), a Londra a Giugno e conclusesi a Doha con un evento indimenticabile (nonostante le limitazioni) per la bellezza, la sontuosità e la perfetta organizzazione di PHOENICIA, diretta dal suo CEO Walid Saleh.
Parliamo di prezzi dei sigari avana ormai divenuti oggetto di culto, cari anzi alcuni carissimi
Le ultime edizioni limitate lievitano dai 60/70 euro ai 280/300 cadauno, il Cabildo viaggia sui 120 euro ma a Londra e nel mercato parallelo già viaggia a prezzi molto più alti.
Purtroppo, a fronte di una domanda alta e una disponibilità esigua il prezzo aumenta: è il mercato a imporre certe scelte non potendo certo non mettere in conto cicloni, incendi e altri eventi, tra cui le sanzioni che limitano la produttività.
Oggi i must have sono alcune ER edizioni regionali come quella italiana La Cuna o francese Podium per le Olimpiadi: il primo un dalia(43 x170) di Saint Luis Rey vitola straordinaria e già ricercatissima.
L’altro un robusto extra (50 x155), sigaro lanciato per le Olimpiadi, che fa il paio con Hut Trick (triplete) lanciato a Doha in occasione della finale del campionato mondiale il 18 dicembre di due anni orsono, ovvero i Fenix di Por Larranaga un 109 (50/184) di rara eleganza ambedue pER Phoenicia ed il laguito1 (38 x 192) di Diplomatico pER tedesca.
I premium avana non sono sigari per tutti, o meglio, non tutti possono permettersi di fumarne tutti i giorni. Questo perché i piccoli moduli ormai sono quasi introvabili e soprattutto perché le risorse e soprattutto la volontà di destinarle a tale piacere della vita è una questione di scelte!
Sono sopravalutati? No, sicuramente il meglio non è per tutti e se è scarsamente reperibile e disponibile sul mercato è oggetto di traffici più o meno leciti.
Ma si obietterà: “Alcuni costano 300 euro!” Certo, ma basterà centellinare quelli super quotati e fumare quelli meno costosi ma altrettanto soddisfacenti e che si collocano in una fascia di prezzo che varia dagli 8,00 ai 25,00 euro, sempre che non si sia “un fumatore di anillas”, cioè colui che non fuma per il proprio piacere, ma solo per far vedere cosa sta fumando, ostentando il sigaro come uno status symbol.
Quindi dal perla al prominente, dal laguito 5 al dalia, fumiamo tutto!
Certamente non possiamo fumare ogni settimana laguito 4, 5 e 6 cioè tradotto Behike 52/54/56, ma alcune volte l’anno sì, mentre ogni giorno ci piacerebbe fumare un cazadores di RyJ o un Inmensas di Bolivar, un Hoyo du gourmet un Grandes d’Espana…
Scherzo, molte di queste sono chicche ma un Epicure n.2, un RASS, un Belicosos fino di Bolivar, un onesto Famosos di Vega Robaina, un E2 o un D4 di Partagas, un Petit corona di Por Llarranaga sino ai piccoli Half corona di H.Upmann o al Montecarlo di Por Larranaga hanno tutti il loro perché e sono fumate PREMIUM.
E allora nel 2025, in attesa del prossimo festival, dove oltre che Romeo y Julieta e Hoyo de Monterry il protagonista sarà il LAGUITO 7 cioè il 58 Behike 58, ci consoliamo perché con il prossimo viaggio nella Isla grande, in occasione della XXV FESTIVAL DEL HABANO e la VI edizione del HABANOS WORLD CHALLENGE, capiremo un attimo se e cosa sta cambiando per noi fumatori d’oltremare, oltre che a segnare un nuovo record alla subasta dopo i 18 milioni e passa di euro della scorsa edizione devoluti alla Sanità cubana.
Good ash!
...segui Nicola.
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