Il Privé di Davide Bertellini

Massimo Cantini Parrini

Chi sei?

Sono una persona che lavora tanto, che ha una passione sfrenata per tutto ciò che è la storia del costume perché per me è antropologia pura, è studio dell’essere umano e da sempre mi occupo di questo.

Attraverso un abito si parla di architettura, di pittura non solo della persona che ha indossato l’abito.

L’essenza di Massimo è questo: un perenne studioso di una materia per la quale ha una passione enorme e che ha la fortuna di fare un mestiere che non è un mestiere.

La tua più grande passione?

La mia più grande passione è il passato che poi è anche una componente del mio lavoro. Per me tutto ciò che è racchiuso nelle ventiquattro ore passate è una passione perché posso sapere tutto visto che è già tutto finito. Il futuro non mi è mai interessato.

La tua più grande paura?

La morte. Proprio perché è l’abbandono definitivo di tutto ciò che ci piace. Più che la morte in sé mi fa paura lasciare gli affetti e il lavoro perché l’attaccamento alla vita è questo: l’amore per gli esseri umani e per quello che si fa. 
Se invece dobbiamo parlare di paure più pratiche io ho paura di volare. È una paura razionale e tangibile che vivo ogni volta che devo volare. 

Il tuo colore preferito?

Il rosso perché è il colore che rappresenta di più gli esseri umani; è il colore della passione, del sangue, dell’amore, della cattiveria e di tutti i sentimenti umani.

In quale epoca viviamo?

È un momento di passaggio questo; non ha un’identità propria questo periodo. Il duemila ce lo immaginavamo super-tecnologico e spaziale da sempre ed è stato rappresentato così dagli anni Sessanta in poi e, invece, poi, la vita va avanti e ti accorgi che in verità è cambiata poco. È un po’ un ibrido, siamo un po’ nel mezzo e c’è ancora molto da fare.

Credo che al contrario chi è nato alla fine dell’Ottocento e ha avuto la fortuna di vivere fino agli anni Cinquanta e Sessanta ha visto tutto il processo creativo dell’essere umano tra l’altro con invenzioni pazzesche. Dal niente si è trovato tutto.

L’unico cambiamento rilevante che abbiamo avuto noi invece è legato alla tecnologia che oggigiorno è diventata un vero e proprio status symbol: non è più l’automobile o quello che indossi ma è ciò che di tecnologico possiedi a determinare chi sei. 

Cosa c’è dento al bicchiere?

Io bevo solo in compagnia. Quello che mi offrono bevo ma in casa non tengo niente. Per quel che riguarda l’alcool in generale c’è tanto da assaggiare e a me piace provare tutto e spaziare il più possibile. Ho però una preferenza per le bevande dolciastre e fruttate. 

Ultimo pasto prima del patibolo?

La pizza bassa bassa e cotta bene. La Margherita.

Sei fumatore?

Sì, lo sono sempre stato ma non ho mai avuto il vizio: non ho mai bisogno della sigaretta perché il mio è solo un fatto emotivo; se sono molto felice o molto triste mi attacco a quello. 
Posso fumarne un pacchetto in un’ora o un pacchetto in un anno se non ho emozioni.

Il libro sul comodino?

Ne ho tantissimi. Ora sto leggendo i racconti di Balzac ma sono molto appassionato di biografie e ne ho una pronta da leggere su Maria Antonietta. 

Cosa accadrà domani?

Spero che si riesca ad approvare prestissimo il ddl  Zan perché penso che ne abbiamo assolutamente bisogno; siamo uno dei pochi paesi sviluppati in cui ancora non riusciamo ad avere questa parità di genere che invece credo sia all’origine della cultura dell’umanità.

Dal punto di vista lavorativo invece sto preparando il nuovo film di Emanuele Crialese “L’immensità” e mi sto dedicando quindi a questa nuova avventura anni Settanta.

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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