Mille et un flacons

L’Odore del Bosco

Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (San Bernardo di Chiaravalle)

Sono appena tornata da una passeggiata nel bosco di alta montagna ove, poco distante, alloggio durante qualche fine settimana e periodi di vacanza.

Qui, prima di voltarsi al sonno invernale, tutto è più lento e calmo, il silenzio accompagna in modo totalizzante le mie giornate; nessun colpo di clacson, nessuna sirena dell’allarme che suona fessa, nulla che turbi questa quiete silvestre!

Mi tiene compagnia lo scorrere del vivace ruscelletto, il canto di qualche uccello selvatico in volo o che tambureggia festante sulla corteccia degli alberi.

In questo mondo dove sto vivendo, i profumi emergono prepotentemente.

Quello vibrante delle conifere resinose e verdi, che mi si incolla alle narici riportandomi irrimediabilmente, con nostalgia e anche mestizia, a tutti i Natali della mia vita.

L’odore del muschio morbido che addolcisce, attutendone, il passo nel sottobosco, dei funghi porcini che dai loro ombrellini esalano sentori di nobili muffe, di qualcosa di smosso nel terreno (forse l’abisso?), un incipit  di frutta, bacche e foglie, una scia lasciata da qualche silfide o principessa, il pelo selvatico di qualche animale…

Non c’è nulla che mi evochi  il bosco alpino quanto il cirmolo.

Un anziano amico del villaggio qui, mi disse che questo buon legno tempo addietro veniva usato per le culle dei bambini, per renderli più quieti così favorendo l’addormentamento notturno (per la beatitudine loro e anche dei loro genitori)!

Dal cirmolo si estrae un olio essenziale profumatissimo che inebria i sensi placandoli; il suo aroma, sebbene sia così gradito agli uomini, è acerrimo nemico per gli insetti nocivi che fuggono all’istante da librerie, armadi e cassetti .

Si dice poi che sia sufficiente un solo ramo di questo appeso in una stanza affinché magicamente il bosco si appalesi.  Così è.

Anche le erbette spontanee montane, qui, esalano non solo profumi ma sapori e proprietà sorprendenti.

Queste hanno nutrito, curato e rallegrato nei secoli gli abitanti di questi luoghi, dal fondovalle alla cima delle vette più alte.

Da sempre presenti in queste vallate allo stato spontaneo oppure ricavando loro uno spazio negli orti famigliari, queste erano raccolte o coltivate per il loro utilizzo terapeutico e per aromatizzare e conservare gli alimenti.

Frattanto è calata la sera qui, fa freddo.

Accenderò il camino e così sia…

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Alessandra Vittoria Pegrassi
Andrea G. Pinketts (noto scrittore noir Milanese mio amico di cuore, mio braccio destro e alle volte pure sinistro) aveva già inquadrato ed incoraggiato il mio senso del gusto, o meglio del buon gusto, quando quindicenne andavo a comprarmi da un droghiere del quadrilatero, facendomi fuori la paghetta mensile, aulentissimi bonbons alla violetta, meringhette all’anice e collutori ai petali di rosa. Questa precoce ma solida ricerca del buono anche sinesteticamente parlando mi ha poi condotta a Parigi ove un profumiere stregone mi ha insegnato pian pianino e svelato poi i prodigi della composizione dei bouquet e delle sue note...

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