Il Privé di Davide Bertellini

Tomaso Trussardi

Chi sei?

Sono… un bergamasco. […] Presidente del Gruppo Trussardi, di cui ero Amministratore Delegato fino a un anno fa, oggi sono Presidente e Amministratore Delegato della parte food di Trussardi, della quale mi sto occupando direttamente. Nell’ambito moda, mi occupo di supportare il nuovo management: presiedo il Consiglio di Amministrazione e alle attività di fronting e comunicazione legate al brand. 

Qual è la tua più grande passione?

[…] Be’, incominciamo col dire che sono un papà e un marito, e che fortunatamente mi piace fare sia l’uno che l’altro. Da buon bergamasco quale sono, non riuscirei a immaginare una vita che non sia legata al lavoro. Poi ci sono i miei divertimenti, le automobili, che porto avanti sia come forma di collezionismo che come mero divertimento: ciò prescinde dal prezzo, dal brand o dalla tipologia di utilizzo, è proprio una mia passione partita quando, a 6 anni, mio padre mi regalò una moto mono-marcia, il Grizzly Malaguti, che è diventato un quattro marce quando ho compiuto otto anni. Quanto al cibo, è sempre stato presente ed ha continuato ad esserlo quando ho conosciuto mia moglie (Michelle Hunziker n.d.a.), con lei i primi appuntamenti li facevamo sempre macinando km per andare a mangiare fuori… Per questo motivo, a poco a poco, abbiamo trasformato quella che era una caffetteria in Piazza della Scala, a Milano, in un ristorante due stelle Michelin che, oggi, mi piace descrivere come una luxory trattoria: un concetto di ristorazione inclusiva, non esclusiva.

…e la tua più grande paura?

[…] Non lo so… A onor del vero posso dire serenamente di aver paura di tutto; la paura nella vita ti tiene all’erta. Poi ci sono le paure classiche, come la paura di invecchiare: sto vedendo adesso questo documentario su Bill Gates dove lui confessa che la sua più grande paura è quella che non gli funzioni più il cervello, che per lui sarebbe come morire. Ecco, no, non lo condivido. Io sono più fatalista. Avendo forse avuto, sin da giovane, dei traumi importanti, non penso a queste cose, però ho tanti timori, quello sì. Ho sempre avuto la mania del controllo, che ho un po’ perso. La mania del controllo e la paura di perderlo. Ma sono riuscito a controllare anche quella [sorride].

In che epoca viviamo?

Viviamo in un Nuovo Medioevo: un’epoca in cui la gente ha accesso a tutto, eppure è stufa. È arrabbiata, annoiata. Siamo sottoposti a continui stimoli, che fan sorgere la necessità di altri stimoli. E così via. La cucina ne è un esempio, vi è stato tutto e il contrario di tutto, e adesso stiamo non a caso tornando alla tradizione: al comfort, alla cucina casalinga, alla normalità che, come si dice spesso, è il vero lusso. 

Qual è il colore di Tomaso Trussardi?

Non ho un colore preferito; ma se proprio devo scegliere, scelgo l’azzurro.

E cosa c’è dentro al bicchiere?

C’è tutto: assaggio dal Prosecco allo Champagne di nicchia. Ecco credo che, esattamente come per la moda, quello che indossi, quello che bevi, non determina chi sei. La moda non si sostituisce alla persona. C’è stata una rivoluzione nella percezione delle persone, cose come una pelliccia non sono oggi necessariamente associate alla ricchezza. Guarda cosa è successo con il denim… Ecco io credo che uno degli effetti positivi della moda sia proprio questo: ribaltare il senso comune, modificarlo stimolando un concetto per me fondamentale nell’uomo: la trasversalità. Non solo ritengo di essere un individuo trasversale, ma ambisco ad avere clienti trasversali non influenzati dal brand ma dalla loro stessa capacità di riconoscere la qualità, il senso di un prodotto che abbia di contenuti. 

L’ultimo pasto prima del patibolo

[…] Patatine. Un pacchetto di patatine. 

Sigaretta?

Ho fumato quindici anni, poi ho smesso. Avendo una madre fumatrice – lei fuma da sessant’anni, adesso ne ha 76, e non ha mai voluto smettere, non le è mai interessato – ho dovuto provare a mia volta – come tutti i ragazzini – intorno ai 13 anni, 14 anni. Lei mi beccò e mi chiese una sigaretta: così avvenne lo sdoganamento della mia vita da fumatore. È curioso perché ho sempre fumato tanto, ma mi ha sempre dato fastidio così, a 26 anni, ho smesso. 

Il libro sul comodino?

Adesso sto leggendo Schopenauer, ma fino a ieri c’era Kierkegaard. Ho studiato a lungo filosofia ma non ho potuto finire l’università… ho dovuto ripiegare su economia, che studiavo alla sera, per motivi di lavoro. Cioè, di lavoro e di famiglia. Ciò che è successo ha determinato un cambiamento nella mia vita ma sono rimasto un pensatore e, difatti, quel che più mi è mancato nell’ultimo periodo è stato proprio questo: leggere e, di conseguenza, pensare.

Cosa farai “domani”?

Quel che io ho capito, nel corso della mia breve ma pur intensa carriera, è che tu ti poni degli obiettivi, ma nel 90% dei casi non li raggiungi, non come vuoi tu, quantomeno. Li raggiungi per vie traverse: migliori o peggiori. Ecco la capacità di un imprenditore è cogliere queste alternative, questi cambiamenti, adattare la tua idea, il tuo pensiero, a tutto quello che è esogeno. Noi abbiamo un progetto molto definito sia con la ristorazione che con la moda: far convivere questi due mondi. Mio padre – Nicola Trussardi – fu il primo a parlare di lifestyle experience, nella moda e nel food: ancora non esistono delle competenze dirette per poter gestire questa risorsa e farla comprendere alle persone: questa è nostra la mission.  

Segui Tomaso @therealtrussardigram

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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