Fumoir

È una questione di principio: il meglio non è per tutti

Non esistono questioni di principio, nella vita esistono scelte, convenienze, opportunità e occasioni.

Spesso, essere al momento giusto nel posto giusto porta ad aprire quelle porte che altrimenti non si sarebbero aperte: ma è questione di fortuna, di fato, di caso… oppure no?     
Sono solo scelte… consapevoli e inconsapevoli. Siamo artefici del nostro destino, quindi liberamente decidiamo di occupare quel tempo che residua al e dal “lavoro” e agli affetti in maniera più o meno gradevole: ad alcuni di noi piace fumare sigari, e non qualsiasi sigaro,  ma solo gli AVANA.

Ma il meglio non è per tutti e meno male (o purtroppo), pensate se i milioni di fumatori di sigari al mondo decidessero tutti di fumare sigari avana, forse ve ne spetterebbe uno all’anno e a caro prezzo. 

Pensate se tutti avessero il tempo che desiderano per fumare bene… sarebbe la fine per noi cultori degli avana. Come nella Roma presso i confini dell’Impero, dovremmo, rispetto al buono e bello (al comodo e utile) cioè al meglio, stabilire una sorta di cordone di sicurezza: otto – dieci chilometri di distanza dal confine, per consentire alle difese di schierare l’esercito, ovvero stipare sugli scaffali quantità di sigari tali che consentano di non terminare quelli ben affinati e, al tempo stesso, alla produzione di produrre, appunto, in modo da riassortire le scorte.

Ma questo sarebbe possibile solo attraverso una politica di contro-informazione tesa a sopire le curiosità del novizio e a  non decantare o illustrare le qualità del meglio dell’avana: potremmo noi riuscire a mistificare la realtà?

Nessuna regola democratica si impone, basterebbe tenere sottobanco le degustazioni ragionate, le impressioni di fumata, non far partecipare agli eventi nuovi fumatori, e  far restare nell’ignoranza, quella gretta (dell’incapace di distinguere e discernere), e quella involontaria del curioso cui si nega la possibilità di apprendere: avremmo risolto il problema. Ecco i nostri otto chilometri di distanza per schierare l’esercito. 
Questa strategia però andava bene quando ancora la guerra era corpo a corpo, non c’erano i missili o i satelliti e così anche noi dobbiamo modificare le strategie difensive perché oggi il web, meglio, quello che produce il web, risulta  il nemico. È veloce, istantaneo e rapido. Basta avere la spudoratezza di parafrasare il data base di un sito e si immette sul mercato una “opera unica” mai vista, autenticamente fasulla e tutti penseranno “che lavoraccio, che bravura” e così si accreditano veri ignoranti come esperti e, non per poco; la bravura di copiare, di parafrasare ed è fatta,  aumentano i seguaci e aumentano le possibilità di gestire denaro e avere potere mediatico. Ormai il web dà la possibilità, in tempo reale, di autoaffrancarsi dall’ignoranza: così pensano i più; anzi, dà la possibilità di far credere agli altri di essere culturalmente capaci.

Non è importante esserlo davvero ma solo apparire, un po’ come fanno i fumatori alle prime armi che fumano solo Cohiba o Montecristo.

Orbene noi vorremmo tanto non dare perle ai porci – non le distinguerebbero per perle ma solo come non commestibili – quanto erudire la curiosità e il gusto del fumatore figlio di Wikipedia, quello che in poco tempo vuole informarsi, avere a disposizione riassuntini che gli siano utili nelle discussioni con gli amici e per le storie su Instagram. La ricerca di nuovi sigari per costoro non vale come esperienza, o come reiterazione di un’esperienza passata da rivivere, ma vale più come un simbolo, un feticcio da mostrare per dimostrare di trovarsi al top.

Quindi questi fumatori della domenica o fumatori di anillas, tutte definizioni desuete (non riesco nemmeno a trovare nuove definizioni) come potrebbero viaggiare solo con la fantasia  con un sigaro e un paio di amici? Come potrebbe essere loro consentito di ridurre le nostre scorte? Lasciamoli dunque nell’ignoranza, nel loro brodo primordiale fatto di egocentrismo e di rozza e incapace possibilità di affrancarsi dal peccato originale: non essere se stessi.   

Già perché comunque e dovunque essere se stessi, dimostrare i propri limiti, spalanca possibilità infinite: riconoscere i propri limiti, come quello di essere provinciali, porta a essere sottovalutati, anche discriminati, che è comunque meglio che deludere le aspettative – proprie e altrui – facendo i saccenti o dimostrando nei fatti le proprie incapacità, vestendo le vesti di altri.

Ora, dovevamo parlare di sigari ma i sigari sono la metafora della vita.

I sigari premium, ovviamente, quelli fatti con tre foglie di tripa (seco, ligero e volado) una capote e una capa, tutte foglie selezionate. 

Già l’unicità, in natura, della foglia di tabacco, porta ad avere una combinazione di cinque ad essere uno dei manufatti più incostanti e più rari in assoluto, ma anche ad avere la potenzialità di regalare una fumata unica che avvicina a Lui, figuriamoci poi se si riuscisse a riprendere l’uso della selezione del selezionato, cioè avere la qualità che parte dalla Flor fina sino a giungere alla Alta regalia, il meglio del meglio. La fumata, come atto di distruzione che trasforma la sostanza solida in fumo, che trasmette sensazioni piacevoli è un modo per avvicinarsi al cielo che aiuta a dimenticare o a ricordare, che stimola la produzione ormonale e svolge un ruolo unico: unisce le persone o le aiuta a non rimanere sole. 

Perché siamo uomini, siamo esseri pensanti, abbiamo il pollice opponibile e possiamo, solo pochi, diventare dei fumatori di avana.     

Il meglio non è per tutti…. e per fortuna.

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“Questo strano, folle incomprensibile sentimento che lega i catanesi a Sant’Agata”

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Nicola Pileggi
Avvocato, mezzosangue calabrese, sampietrano emigrato a nord, S.Vito dei Normanni città della fortuna in tutti i sensi: moglie, figlie,... Fumatore appassionato di avana, curioso dicono “vulcanico”, fondatore di Alto Salento Cigar Club, un consesso di fumatori che da un paese della Puglia arriva a la Habana, il fil rouge… il sigaro, un socio e tanta passione. Trentasei anni di storie di fumo iniziate nella capitale dell’europeismo da stagiaire con un Monte A e tanto fumo, un vissuto di fumo alle spalle fino al format di Habanos World Challenge. Scritti solo di diritto, cariche… onorarie pure, molto fumo, tante incontri, tante occasioni, moltissimi ricordi. Un solo motto: il meglio non è per tutti!

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10 Commenti

  1. Porca m………
    quante bestialità scritte in un solo post.
    Ma vai a raccogliere briciole

    1. la ringrazio per l’invito lo terrò presente ma come già detto non poteva essere diversamente
      è difficile distinguere……… il pastone dalle perle

  2. Articolo di un gran rosicone, ignorante di sigari e non solo…

    1. la mediocrazia avanza soprattutto quando non cogliendo le nuance si guarda al dito e non alla luna; grazie per gli apprezzamenti tanto fondati quanto gratuiti

  3. Fortunatamente la stragrande maggioranza di fumatori di sigari, cubani e non, non hanno la spocchia, l’arroganza e la presunzione dall’autore di questo pseudo articolo.
    eugghi@alice.it

    1. Leggo che ha ben compreso il mio scritto, fortunatamente…

  4. La sincerità da fastidio proprio a chi disconosce la propria indole di fumatore occasionale. Chi invece sposa in modo quasi carnale, come solo noi italiani siamo capaci di fare, la passione per gli avana, non può fare altro che assentire parola per parola quanto scritto dal buon Nicola.

  5. “Ne uccide più la penna che la spada” – simpatico vedere come fiochi dello scritto di Nicola cercano di rinascere con discutibili e grigie argomentazioni

  6. Fumare Havana è uno stato d’animo non uno status simbol.
    È curioso che quando ci si confronta su questo argomento si capisce subito chi è un vero cultore del Puros e chi invece è cultore della propria immagine che crede di emancipare mostrando di fumare i sigari più conosciuti.
    Io mi sono avvicinato incuriosito da questo mondo e all’inizio fumavo cohiba e basta, poi grazie ad un amico che mi ha fatto da guida sono diventato un amante di tutto quello che vuol dire Havana.
    Il fumatore di Havana si approccia al sigaro come ci si approccia ad una donna, bella o brutta che sia intelligente o sciocca, nell’atto della conoscenza ci si avvicina con rispetto reverenza curiosità e voglia di conquista. Le prime battute ti suggeriranno la strada, il fine serata comunque essa vada metterà un tassello alla tua personalità. Così puff dopo puff un Havana si presenta ti guida e il più delle volte ti conquista.
    Dare un Havana a un vanesio e come dare una vergine a uno stupratore.

    1. convengo su tutto tranne sulla parola conquista riferita ad una donna

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