Fumoir

Avana, Formula 1 e lo strano caso di SLR

Quando in Italia si parla di sigari avana e di Formula 1 si pensa al legame che univa A. Molinari a Niki Lauda; peraltro, la Lauda Airways per anni ha traghettato fumatori e turisti dai cieli della Svizzera e dell’Italia a Cuba (ma questa è un altro racconto…)

Stavolta non parliamo di eventi recenti, ma di fatti passati alla Storia.

I fumatori famosi legati alla Formula 1 sono stati diversi: sicuramente il più famoso legato a un brand di sigari avana è stato Juan Manuel Fangio che, tra le altre, è stato il vincitore nel 1957 del primo Gran prix di Cuba con Maserati.
Fangio aveva un brand di sigari preferito: fumava Saint Luis Rey o San Luis Rey e il legame tra questo brand e la Formula 1 era dovuto all’esclusiva della Silverstone Limited, una società di diritto inglese che ha distribuito i sigari di questo marchio sino agli anni ’90 nel Regno Unito. Successivamente, nei primi degli anni ’90, Habanos iniziò a distribuirli in tutto il mondo.

Essendo molto amico del patron, Fangio riusciva ad averne buone quantità da fumare.

Parlando però del pilota e del suo mito non possiamo non parlare del Gran premio di Cuba del 1958: Fangio era reduce dalla vittoria del precedente anno su di una Maserati in quel circuito cittadino che si dipanava tra le strade de La Habana e vedeva nel lungomare Malecón la parte del circuito più veloce.
Il Gran Premio di Cuba non faceva parte del calendario ufficiale della Formula 1, ma era stato fortemente voluto dal regime “dell’ex sergente” Fulgencio Batista, ormai al crepuscolo; purtroppo, la seconda edizione non fu fortunata: problemi di sicurezza del circuito e incidenti ne funestarono la riuscita, forse per questo fu anche l’ultimo. Registrò perfino la morte di un pilota durante le prove e quella di diversi spettatori durante la gara; insomma, tutto ciò contribuì a oscurare la vittoria di Sterlin Moss su Ferrari.

Comunque un altro importante avrebbe dovuto farlo passare alla Storia, ma in realtà se ne è sempre parlato poco: il rapimento di J.M. Fangio il 23 febbraio 1958 alle 19:30 presso l’Hotel Lincoln.

A dire il vero, qualcuno insinuò subito una sorta di “cattività” imposta all’asso argentino al fine di favorire il pilota di casa, che peraltro rimase coinvolto nell’incidente durante la gara, ma ciò risultò poi falso in quanto un gruppo legato ai rivoluzionari di Castro e del Che rapì il Grande argentino. La partenza della gara fu spostata di alcune ore, ma alla fine si dovette dire che Fangio era stato rapito.

Il rapimento del pilota Maserati avvenne la sera prima della gara: fu prelevato il 23 febbraio 1958 dal gruppo Movimento 26 Luglio.

Un rapimento a scopo pubblicitario, diremmo oggi, solo per far parlare della rivoluzione che pian piano dalla Sierra Maestra si stava affermando, concludendosi proprio alla fine de 1958.
Nascosto in una casa sicura, Fangio assistette alla gara mandata in diretta TV, partecipando quindi alla morte di diversi spettatori durante l’interruzione della stessa.
La vicenda del rapimento ebbe risvolti grotteschi: l’autista del gruppo, subito dopo averlo “prelevato” rectius rapito, passò da casa propria e si fermò per far vedere Fangio a un parente; l’auto di scorta dei rapitori poi fece un incidente appena partita dall’Hotel e gli occupanti della stessa per poco non vennero arrestati; infine, nel covo dove si doveva tenere “recluso” Fangio arrivò un guerrigliero ferito e l’illustre “ospite” dovette essere condotto a casa di uno dei rapitori da dove seguì il Gran Premio alla televisione.
I rapporti con i rapitori furono cordiali, tanto che dopo anni si incontrarono e uno di loro fu perfino invitato a far parte della Fondazione Fangio.
I “rapitori” ebbero sì la possibilità di assurgere alle cronache, ma con pochissimo strepitus follae.
I sigari del brand preferito dall’asso argentino, i San Luis Rey, sono sempre stati considerati sigari forti, di grande carattere: il serie A, il Lonsdale come il Churchill, sono vitolas iconiche che ci hanno regalato grandi fumate ma il meglio di sÉ il brand lo ha espresso con il Doble Corona  (già chiamato prominente al suo esordio) che è sempre stato condizionato in cabinet da 50, rigorosamente senza anilla. Era un capolavoro dei torcedores, uscito nel 1988 e racchiudeva in sè sia il tipico aroma del SLR, il  “bean flavours” – cioè un misto di aromi di vaniglia, caffe e cacao tipici del Serie A -, sia la dolcezza del miele che si imponeva dopo la freschezza floreale del debutto dei grandissimi Lonsdale.
Anche qui la storia del brand ha qualcosa di strano perché sino al 1993 solo nel Regno Unito potevano essere esportati questi sigari, che vantavano diverse vitolas compreso un sottile cepo 38: poi, per il mercato tedesco, fu inventato sia un cambio di nome San Luis Rey che di marchio e dall’anno dopo si incominciò a esportare in tutto il resto del mondo. 
La vicenda del doppio importatore nel Regno Unito aveva creato anche difficoltà di reperimento del Prominente che uscito per il mercato tedesco col nome Doble Coronas e rimase tale per tutti, purtroppo con una produzione discontinua.
Oggi, purtroppo, solo il serie A e qualche edizione regionale vede il marchio protagonista e chissà se prima o poi si riuscirà ad avere di nuovo il Lonsdale, un sigaro elegante e snello dal cepo non eccessivo, comunque al di sotto dei 47, fatto raro oggi, nell’era dei ciccioni dal 56 in su.
...segui Nicola.

Bones and All

Previous article

Giulia Ghiretti

Next article
Nicola Pileggi
Avvocato, mezzosangue calabrese, sampietrano emigrato a nord, S.Vito dei Normanni città della fortuna in tutti i sensi: moglie, figlie,... Fumatore appassionato di avana, curioso dicono “vulcanico”, fondatore di Alto Salento Cigar Club, un consesso di fumatori che da un paese della Puglia arriva a la Habana, il fil rouge… il sigaro, un socio e tanta passione. Trentasei anni di storie di fumo iniziate nella capitale dell’europeismo da stagiaire con un Monte A e tanto fumo, un vissuto di fumo alle spalle fino al format di Habanos World Challenge. Scritti solo di diritto, cariche… onorarie pure, molto fumo, tante incontri, tante occasioni, moltissimi ricordi. Un solo motto: il meglio non è per tutti!

You may also like

Comments

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *