A fil di fumo

Punch Mantua Exclusivo Italia 2019

Elogio dell’eleganza

Abbiamo sin qui cercato di tracciare un’immagine del fumatore di sigaro e della variegata complessità del suo mondo.

Come si è detto, è certamente difficile ricondurre la figura dell’appassionato a cliché preconfezionati anche in ragione delle sue personali inclinazioni verso formati e terroir diversi. Qualora però si volesse privilegiare l’aspetto della cultura del fumo lento e della specificità delle sue prerogative, va allora rilevata l’esistenza di una categoria particolare di appassionati, che potremmo definire d’antan, i cui gusti sulla scelta dei formati collidono nettamente con l’attuale trend produttivo. Si tratta in realtà di una schiera piuttosto ristretta, la cui cultura sigarofila è tuttavia la più ampia e sperimentata.

Sino a dieci anni addietro questo tipo di fumatore era testimone dell’esistenza di un panorama produttivo vastissimo, in cui era facile trovare sigari dal calibro assai esiguo (i cosiddetti Panetelas) la cui realizzazione era oggetto di cure particolari almeno quanto la loro fruizione, destinata a un pubblico di esperti e raffinati conoscitori. 

Nel corso degli ultimi anni il nuovo straordinario trend di crescita e l’aumento del numero di appassionati hanno tuttavia condotto le manifatture ad orientarsi progressivamente verso moduli di più facile consumo, con il conseguente lento quanto inesorabile abbandono della produzione dei Panatelas. 

Oggi, sebbene la nouvelle vague di appassionati appaia tutt’altro che immune dal subire il fascino di questi moduli, il consumo di sigari lunghi e sottili rimane ancora troppo esiguo perché possa esservi una inversione di tendenza nella produzione e, alla luce di queste considerazioni, ogni nuova uscita che abbia un calibro inferiore ai 40/56mi di pollice viene perciò salutata come un vero e proprio evento dai conoscitori più sensibili ed esperti.

Non stupisce dunque che il lancio della nuova Edizione Regionale per l’Italia, il Punch Mantua (vitola de galera Laguito No. 2, RG 38×152), edita in soli 2500 box rigorosamente numerati, abbia riscosso un successo pressoché planetario. 

Non vorremmo tediare il lettore sulla particolare attenzione destinata alle Edizioni Regionali italiane da parte degli appassionati di tutto il mondo, ma occorre puntualizzare come esse godano ormai di una fama indiscussa, risultando tra le più ricercate, ambite e apprezzate in assoluto. 

Diadema SpA, l’importatore esclusivo di Habanos SA per l’Italia, ha profuso su tali produzioni un impegno particolare sin dal 2005, anno del loro primo lancio; tanto nella scelta dei brand proposti quanto nella ricerca storica delle anillas e dei formati, queste edizioni si distinguono infatti per la straordinaria attenzione dedicata agli appassionati italiani, sempre più esigenti e affascinati dalla cultura dell’habano.

Andrea Vincenzi, CEO di Diadema SpA, ci racconta come sia nata l’idea del Mantua e del suo affascinante formato, proposto per la prima volta da Cohiba, nel lontano 1969, con il nome di Corona Especial: 

Diadema è stato uno dei primissimi distributori al mondo ad avere alcune vitolas realizzate in esclusiva per il proprio mercato. È un tema che mi ha sempre affascinato perché il “serbatoio” da cui pescare idee a Cuba è immenso, con una storia infinita ed importante. Ciò che cerchiamo di fare ogni anno è pensare a qualcosa che prima di tutto non sia reperibile sul mercato nella produzione standard e soprattutto che possa avere una storia importante alle spalle. 

Ovviamente, come tutti gli appassionati sanno, l’apice lo abbiamo raggiunto riuscendo a convincere Habanos SA a concederci in esclusiva mondiale il recupero della storica marca La Escepcion, che non veniva più prodotta da decenni e che ci ha reso definitivamente un punto di riferimento a livello mondiale in tema di Edizioni Regionali. Oggi è vero che tutti gli appassionati guardano immediatamente all’Italia ogni anno e attendono con trepidazione l’uscita della nuova ER italiana. 

Come è nato il Punch Mantua? Dal ricordo di una bellissima serata organizzata ormai circa 15 anni fa dal Club di Mantova, in cui venni a conoscenza per la prima volta di questa leggenda (che poi è legata ad un fatto storico) della fondazione di questo piccolo paesino a Pinar del Rio, in cui ci sono ancora tracce di parecchi cognomi italiani e che pare abbia avuto origine dal naufragio del brigantino genovese Mantua e dai sopravvissuti italiani che si insediarono a Cuba, proprio nella zona che è la culla del grande tabacco cubano. 

Andrea Vincenzi, CEO di Diadema SpA

Come marca abbiamo scelto Punch per ricordare la nostra Edizione Regionale storica (la Diadema di Punch), mentre il formato riprende il trend che abbiamo rilanciato per primi nel 2011 con La Escepcion Selectos Finos (vitola Parejo, RG38x166). I formati sottili, eleganti, di un tempo, stanno tornando a solleticare la fantasia degli appassionati di tutto il mondo, poco a poco, e Diadema come avrete notato alterna ER più “commerciali” a livello di formato, presentazione e prezzo, ad altre molto più ricercate e di nicchia. L’anilla come sempre è frutto di una ricerca storica che compiamo ogni volta (l’abbiamo rinvenuta grazie a un collezionista spagnolo) e che noi cerchiamo sempre di replicare personalizzandola proprio per confermare che dietro al progetto e dietro a questo sigaro c’è una storia importante, cosa che abbiamo voluto sottolineare introducendo anche il prestigioso Cabinet da 50, ormai scarsamente presente nel portafoglio di Habanos ma che ha sempre rappresentato il marchio di fabbrica dei grandi sigari.

Tutto il resto è lasciato all’abilità dei maestri ligadores di Habanos, che cercano anche loro di reinterpretare il sapore di ogni marca tradotto su un formato insolito persino per loro. Direi che anche questa volta non ci hanno delusi!

Vediamo dunque di scoprire il nuovo Mantua partendo proprio dal prestigioso confezionamento in Cabinet 50 ove, come affermano i più esperti, “è racchiuso il meglio del meglio, la selezione delle selezioni”. 

Cabinet 50 per il nuovo mantua

In effetti, i fumatori di lungo corso non avrebbero dubbi nel definire quale sia il migliore dei condizionamenti: il Cabinet da 50 pezzi rappresenta il condensato della perfezione, a ogni livello; dall’aspetto costruttivo a quello del corretto riempimento, della qualità della fascia e della sua assoluta omogeneità cromatica, non v’è nulla che possa eguagliare la bellezza e la perfezione di un cabinet da 50. Si tratta, purtroppo, di un condizionamento sempre più raro da rinvenire, e questo sia a causa dell’altissimo livello qualitativo richiesto per la sua realizzazione che del costo.

Una volta aperta la scatola di legno grezzo (una classica Slide Lid Box), la prima impressione è quella di un sigaro realizzato allo stato dell’arte, con luminose fasce colorado dai riflessi dorati culminanti nell’impeccabile chiusura della testa a ricciolo, come nella tradizione di un modulo di grande lignaggio quale il Laguito No. 2

A crudo emana lievi sentori di sottobosco uniti a una garbata nota floreale. L’apertura di fumata è sapida e lievemente piccante, riverbero di aromi speziati e note di terra e legno, con una forza che si fa sentire gagliarda. Dopo l’esordio quasi muscolare (il cepo sottile non tragga in inganno i neofiti), e pur continuando a manifestare una marcata potenza velata da una punta di tannicità, nel corpo centrale il sigaro apre progressivamente ad un raffinato equilibrio, contrassegnato da una morbida virata verso spezie dolci, eco di miele e frutta surmatura, dipanati su una base legnosa sempre più in evidenza.

Le boccate sono lente, ben cadenzate, ma il ritmo è vivace, brioso, supportato da tiraggio e combustione perfetti. Il finale, assolutamente in linea con il magnifico crescendo espresso nel corpo centrale, offre raffinati sentori di mallo di noce uniti a finissime sfumature di cedro, come nella tipicità del brand.

Nonostante la sua giovane età e l’apparente prontezza, questo manufatto lascia trasparire potenzialità di affinamento non comuni ricalcando, in tal senso, una delle prerogative più significative del miglior tabacco torcido cubano.

 Nell’elogio di una raffinata eleganza senza tempo.

                                                                   

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Giuseppe Elefante
56 anni, Salentino, architetto con una grande passione per il tabacco e i sigari, habanos in particolare. Ha rivestito a lungo il ruolo di responsabile nazionale dei Corsi Catadores di Cigar Club Association, scrive su riviste del settore e da tempo collabora con Diadema SpA. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo romanzo, Il Dio del Mare.

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