Chi sei?
Sono un “diversamente ragazzo” di 51 anni nato a Rimini che ha sempre avuto il sogno di diventare velista ma nello specifico di fare la Coppa America e, perciò, sono un privilegiato perché ci sono riuscito.
Sono quello di sempre, ho quattro o cinque amici storici; ho sempre avuto la fortuna di andare in giro per il mondo grazie al mio lavoro e di farlo sempre insieme alla mia famiglia.
Da un punto di vista professionale mi è rimasto l’obiettivo di vincere la Coppa America con Luna Rossa per l’Italia e siamo qui per cercare di far sì che ciò avvenga.
La tua più grande passione?
Il mio lavoro per me è una droga e ne sono completamente dipendente. Difficilmente riuscirò a staccarmene, con i pro e contro. È un lavoro bellissimo ma che richiede tantissimo sacrificio dal punto di vista famigliare.
Non esistono sabati e domeniche o periodi di vacanza canonici, non esistono programmi. Viviamo e lavoriamo in funzione della barca ed è lei che detta il ritmo.
Sono comunque un privilegiato e perciò non mi pesa. Mi piacerebbe comunque avere più tempo per la famiglia e per le mie passioni che sono stare in mare con qualsiasi oggetto sopra o sotto l’acqua, mi piacciono le moto da enduro, mi piace stare nei posti più desolati del pianeta ma c’è un tempo per tutto.
Ora devo vincere la Coppa America.
La tua più grande paura?
Una paura vera e propria non c’è. Quello che mi dispiacerebbe è finire un’esperienza con la consapevolezza di non avere dato il massimo risultato. Per questo cerco sempre di dare il cinquemila per mille. È evidente comunque che nello sport c’è uno che vince e uno che perde quindi entrambi lottano per raggiungere l’obiettivo e uno dei due rimane indietro; anche questo è il bello dello sport e della competizione. Per questo motivo è facile essere giudicati e da un giorno all’altro puoi passare dalle stelle alle stalle. Oggi sei un eroe e domani sei “un bamba” ma è una cosa che accetti perché la soddisfazione che ti dà il lavoro che ami fare ripaga da ogni cosa.
Il tuo colore preferito?
Per tantissimi anni è stato il blu; negli ultimi anni mi piacciono anche i colori tendenti al rosso e all’arancione.
In che epoca viviamo?
Ritengo che viviamo in un periodo post-bellico.
Generalmente dopo ogni guerra ci sono un sacco di opportunità dal punto di vista lavorativo e professionale ma anche di vita.
Ci sono molte guerre in giro per il mondo, c’è stata una pandemia. C’è molto terrorismo mediatico. Ogni giorno veniamo bombardati da migliaia di informazioni e rispetto a quando ero ragazzino io, oggi è difficile distinguere ciò che è vero da quello che è invenzione. Siamo in un momento di transizione.
Siamo facilmente influenzabili.
Bisogna essere positivi e propositivi. Dobbiamo rimboccarci le maniche e non aspettare che arrivi l’aiuto dal cielo e rispettare prima di tutto noi stessi e il prossimo. Solo così possiamo essere più creativi.
Cosa c’è nel tuo bicchiere?
In realtà non c’è ancora niente. Aspetto di riempirlo con lo Champagne al momento giusto.
Il pasto prima del patibolo?
Amo il buon cibo ma l’ultima cosa che vorrei mangiare prima di morire è una buona pizza napoletana.
Sei o sei mai stato fumatore?
No, mai.
Il libro sul comodino?
In realtà ne ho tanti. Un po’ me li regalano. L’ultimo che sto leggendo è “Negli occhi dello sciamano” di Hermàn Mamani. Non ho molto tempo per leggere; amo guardare i documentari su Netflix mentre viaggio in treno o in aereo.
Cosa accadrà domani?
Io vivo con la speranza di un futuro migliore soprattutto pensando ai miei figli.
Se uno ci pensa la vita è fatta quasi alla rovescia.
Si lavora come dannati da giovani per andare in pensione a 70 anni quando gli anni d’oro sono ormai passati. Già questo per me è sbagliato. Uno dovrebbe iniziare a lavorare a 40 anni e smettere quando non è più in grado di farlo. Sono comunque ottimista: penso sempre che domani sarà meglio di oggi altrimenti non potrei mai fare il lavoro che faccio.
Per quanto riguarda invece Luna Rossa questo sarà un anno fondamentale per noi.
Inizieremo a costruire il nuovo scafo della barca con cui parteciperemo alla Coppa America; finiremo tutto lo sviluppo sulla barca su cui navighiamo adesso che ci porterà poi alle decisioni finali per costruire la barca da regata vera e propria.
È un anno cruciale per Luna Rossa e per la mia carriera professionale. la Coppa America la vinceremo quest’anno, non nel 2024!
Poi, Dopo otto edizioni di Coppa America, confesso che mi piacerebbe fare qualcosa di diverso. ma questa, per ora, è un’altra storia…
...segui Max Sirena e Luna Rossa.
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