Winston Churchill e “Blenheim Bouquet”, creato nel 1902 da W.H. Penhaligon.
Mille et un flacons

Colti in fragranza

L’Inghilterra ha un’antica e valente tradizione nell’arte della profumeria.

La corte di Elisabetta I esondava/traboccava di spezie, balsami ed essenze animali importate dall’Oriente a bordo di vascelli veneziani. 

Queste si indossavano anche al collo o alla cintura nei “pomanders”, sorta di sfere  contenenti sostanze aromatiche ricoperte da minuscoli fori che, col movimento, sprigionavano accordi medicamentosi fungendo sia da dissuasori cosmetici al contagio della peste che da deodoranti veri  e propri. Potevano grandemente variare nella forma e nei materiali a seconda del ceto sociale del possessore: si passava da semplici sacchetti contenenti erbe aromatiche appesi a un filo a pregiati ciondoli sferici in gusci traforati d’oro e d’argento incernierati e adornati da gemme, iscrizioni votive e quant’altro.

Furono i barbieri che, durante il 1700,  vollero donare alla profumeria inglese la propria cifra di nobiltà creando delle fragranze a volte discrete e altre volte sostenute che si accordassero bene ai tweed e alle flanelle della gloriosa madre patria.

Nel 1730 un giovane spagnolo originario di Minorca, Juan Famenias Floris, sbarcò a Londra con l’ambizione di aprire una profumeria nel quartiere altolocato di St. James e fu proprio al numero civico 89 di Jermyn Street, nel retrobottega di un barbiere, che il suo sogno trovò (lo?) spazio adeguato. 

L’interno della profumeria Floris. sita al n. 89 di Jermyn Street, a St. James.

Ben presto Floris venne consacrato profumiere della Londra “bene”. 

Nel secolo seguente, sotto il regno di Edoardo IV, la maison ricevette il “Royal warrant” (onorificenza che garantisce, tramite sigillo, che l’attività commerciale ha svolto e/o svolge servizi per la Corona Inglese).

Rilasciato dal sovrano “by appointment”, questo attestato fu sempre ambito da tutti i fornitori perché permetteva loro di esporre i blasoni del reame sui propri prodotti. Oggi i due “Royal Warrant” di Floris issano i blasoni della Regina e di suo figlio Charles il quale si dice molto affezionato alla nota di rosa centifolia e sandalo del Mysore dell’eau de toilette “N 89”.

L’esterno boutique che, nel corso dei secoli, non ha mai cambiato indirizzo.

Floris non ha mai cambiato indirizzo.

La boutique sita, per l’appunto, al civico 89 di Jermyn Street, sembra essere scappata alle vicissitudini dei secoli con pregiate boiserie che valorizzano vieppiù le sue confezioni blu e oro.

Profumiere di pari lignaggio, William Henry Penhaligon nel 1870 aprì un Barber shop nel quartiere di St. James, a due passi dagli “Hammam Turkish Baths” la cui raffinata clientela una volta emersa dai suoi vapori purificanti si recava da lui per farsi disegnare i favoriti e offrire le gote a rinfrescanti e tonificanti balsami. 

Nel 1872 nacque “Hammam Bouquet” (fragranza poi indossata dal Duca di Edimburgo), accordo raffinato di “assoluta” di rosa bulgara e cedro del Libano su toni di sandalo del Mysore. Questa fragranza esotica e singolare fece annoverare Mister Penhaligon tra i fornitori preferiti dalla grande borghesia londinese tra cui la dinastia di banchieri Rothschild

È del 1902 un trionfo esplosivo, quello della creazione di “Blenheim Bouquet”, il cui nome prende ispirazione da Blenheim Palace nell’Oxfordshire, magione di campagna dei duchi di Marlborough. La fragranza fu creata da W. H. Penhaligon per suggellare le brillanti vittorie del duca di Marlborough John Churchill, unico condottiero che concluse la carriera imbattuto assieme ad Alessandro Magno e Scipione l’Africano.

Va da sé che Sir Winston Churchill, tra i suoi discendenti, la elesse poi sua fragranza preferita. 

Questa alleanza discreta, raffinata e asciutta – come peraltro lo humour inglese – di limone acerbo, pino e petit grain (distillato a vapore delle foglie, dei ramoscelli e dei frutti ancora non maturi dell’arancio amaro) è oggigiorno il top seller di questo brand. 

La Seconda Guerra Mondiale è tristemente fatale  alla Maison che cade nel completo oblio, sino al 1975, quando rinasce dalle sue ceneri con l’apertura di una boutique a Covent Garden,  nel cuore pulsante  di Londra.

To Be Continued… 
Il Pomander Renaissance, custodito al Musée du Parfum di Fragonard, a Grasse.

Gianni Mercatali

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Alessandra Vittoria Pegrassi
Andrea G. Pinketts (noto scrittore noir Milanese mio amico di cuore, mio braccio destro e alle volte pure sinistro) aveva già inquadrato ed incoraggiato il mio senso del gusto, o meglio del buon gusto, quando quindicenne andavo a comprarmi da un droghiere del quadrilatero, facendomi fuori la paghetta mensile, aulentissimi bonbons alla violetta, meringhette all’anice e collutori ai petali di rosa. Questa precoce ma solida ricerca del buono anche sinesteticamente parlando mi ha poi condotta a Parigi ove un profumiere stregone mi ha insegnato pian pianino e svelato poi i prodigi della composizione dei bouquet e delle sue note...

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