Il Privé di Davide Bertellini

Alessandro Meluzzi

Chi è Alessandro Meluzzi?

È un medico e uno psicoterapeuta, uno psicanalista; ma anche un uomo di fede, un sacerdote della Chiesa Ortodossa Italiana; ed un padre di famiglia.

Qual è la sua più grande passione?

Lo studio, la lettura, la meditazione e la ricerca sul mistero dell’uomo e di Dio.

E la sua più grande paura?

La mia paura è che la morte mi faccia trovare di fronte ad un vuoto di senso. Quindi non è tanto la morte quanto la vita che è stata inutile.

Il colore preferito?

Sì, l’arancione, perché mi trasmette una sensazione di calore forte, come il sole.

In quale epoca viviamo?

Nel nostro tempo, che è un tempo di trapasso, un tempo di crisi ma anche di cambiamento. Un tempo di crisi, ma senza dimenticare che parola “crisi”, in giapponese, contiene due ideogrammi: “distruzione” e “modificazione”, “trasformazione”.

Cosa c’è dentro al bicchiere?

C’è un vino rosso che amo, un vino che viene dalle colline del Monferrato, dove vivo; quello fatto dai Romani e da coloro che hanno abitato queste terre fino a oggi.

L’ultimo pasto prima del patibolo?

Spaghetti alle vongole.

Fumatore? Se sì, cosa?

Non sono un fumatore e non sono mai stato un fumatore.

Il libro sul comodino?

L’opera omnia di Jorge Luis Borges.

Cosa accadrà domani?

Una profonda catastrofe della società così come l’abbiamo ereditata, ma anche un profondo cambiamento: diventeremo tutti più essenziali, più saggi e, sicuramente, più capaci – mi auguro – di auto-determinarci. Inevitabilmente, come in tutte le situazioni di crisi, esiste una componente darwiniana che consisterà nell’eliminazione della specie più inadatta: vi è da stabilire, in questo momento storico, chi sia il più inadatto. Non è detto che un grande capitano di industria non sia uno dei più inadatti, per intenderci.

Stiamo attraversando una grande trasformazione e, come tale, oltre alla paura, o all’incertezza, possiamo viverla con grande curiosità.

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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