Il Privé di Davide Bertellini

Vanessa Benelli Mosell

Chi sei?

Sono una musicista… spero di poter esser chiamata così, e con la M maiuscola; una pianista: ho studiato tanto, ho vissuto nella musica sin da quando avevo tre anni; ho studiato violino, canto, danza, pianoforte, composizione, per finire con la direzione d’orchestra, qualche anno fa, altro ambito che mi piacerebbe approfondire ulteriormente; questo è quello che sono sia professionalmente che personalmente. Perché, vedi, non è che, nel mio caso, fai un mestiere. È più appropriato dire che sei un mestiere: “sei quello che fai”. Io non faccio la pianista, sono una pianista; non che la mia vita sia dominata dal pianoforte, ma è il pianoforte ad essere quello che sono e quello che voglio. Tutta la mia vita è nella musica, e non che ci sia solo questo,  bisogna anzi che ci sia altro per essere questo. 

Qual è la tua più grande passione?

Ah, la musica. 

Qual è la tua più grande paura?

La morte, forse. Però, ecco, non vivo nella paura della morte.

Qual è il tuo colore preferito? 

A onor del vero, cambia. Cambia molto; continuamente. Dipende, in primo luogo, dove. Se parliamo di abbigliamento è un conto, di arredamento un altro. Dovessi pensare a capi di vestiario, mi piacciono molto il giallo e l’azzurro, ma uso molto il rosso, devo dire. La mia casa qui a Parigi è tutta sul rosso e sul rosa; ma diciamo che i colori che più mi rappresentano sono il bianco e il nero: da un lato perché sono i colori del pianoforte, poi perché una stanza in cui mi sento bene ha come colori dominanti i colori neutri. Mi sento bene in ambienti con pochi colori, e dove il bianco e il nero predominano. 

In quale epoca viviamo?

Viviamo la contemporaneità: un’epoca in cui non solo mi ritrovo, ma cerco di imporre il mio punto di vista, la mia influenza. Soprattutto adesso, in cui ritrovo i miei coetanei in posti di potere e mi rispecchio in questa contemporaneità. Ma lo scopo è sempre fare qualcosa di significativo per le generazioni che verranno: per questo sono sempre proiettata nel futuro; mi sento responsabile di quello che faccio adesso; sempre mi chiedo se quello che faccio lascerà il segno, in qualche modo, e se avrà un senso per coloro che verranno. Confesso qui, ora, che mi faccio ispirare molto dal nuovo: quel che è stato mi interessa a livello empirico – perché così s’impara – ma poi ritengo che si debba andare avanti. 

Cosa c’è nel tuo bicchiere? 

A quest’ora c’è il tè (è l’ora del tè, ride n.d.a.). Se questa intervista l’avessimo fatta stasera, ci sarebbe stata dell’acqua. Non sono astemia ma sicuramente non sono una frequentatrice assidua del mondo degli alcolici. 

L’ultimo pasto prima del patibolo? 

Santo cielo! La pasta. La pasta al ragù di mia mamma. 

Fumatrice?

No, mai nella vita. Né mai fumerò. 

Il libro sul comodino? 

In questo momento non sto leggendo; ascolto sempre musica prima di andare a dormire. Ho troppi concerti. In periodi come questo non posso concentrarmi su altre vite, o altre storie, che non siano quelle della sottoscritta. È una cosa, devo dire, abbastanza frustrante, perché richiede tutta l’energia che ho a disposizione: è tutto calcolato al millimetro, ogni frammento delle mie giornate lo è, quindi devo concludere che non ho effettivamente tempo per farlo, e molto a malincuore. 

Cosa accadrà “domani”?

Per quanto riguarda me, uscirà un nuovo album, che ho appena registrato, e di cui sono molto fiera perché si tratta di un progetto su cui ho lavorato anche “grazie” al lockdown, un periodo nel quale ho avuto molto più tempo per prepararmi bene e per entrare in profondità di quello che facevo. Uscirà questo autunno, ed è dedicato all’opera italiana. Sono tutte trascrizioni di opere italiane: un progetto molto intenso. Questo è quello che succederà domani per me. 

Per quanto riguarda il mondo in cui viviamo, io sono abbastanza ottimista: sono certa che ci sarà presto un vaccino e che presto si possa tornare alla normalità. In assenza di questo, credo nelle opportunità che sortiscono anche dai momenti più bui; credo che molti bei progetti e belle idee non sarebbero mai esistiti prima: penso ai modi alternativi di diffondere e fruire la musica; agli artisti che abitano una dimensione più locale: immagino che gli artisti europei potranno più legittimamente suonare in Europa, avranno più possibilità nel loro continente. Inoltre ho notato che il pubblico è più concentrato: è come se il concerto avesse acquisito più senso. È come se ci fossimo finalmente resi conto che senza questo non c’è vita, c’è solo sopravvivenza. Per vivere abbiamo bisogno di nutrire lo spirito: con la musica, il teatro, andando per musei. Questo è quello che ci permette di vivere la vita, non di sopravvivere. Il pubblico che ha assistito ultimamente ai miei concerti mi ha commosso: loro stessi erano commossi. Erano grati a noi artisti, così come noi eravamo grati loro, semplicemente di esserci. Abbiamo ritrovato il senso di un rapporto: quello di esserci, entrambi. Questo pathos che ha generato la difficoltà del confinamento ha avuto un risvolto positivo: farci acquisire conoscenza di ciò che è veramente importante nella vita. Speriamo solo che questa consapevolezza resti in noi per sempre

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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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