Mille et un flacons

Il profumo e l’inconscio

I profumi hanno l’espansione di cose infinite

Charles Baudelaire

A chi di noi non è capitato che ex abrupto un odore ci faccia trasalire evocando magari un episodio della nostra fanciullezza, che il ricordo di una persona cara, un paesaggio dimenticato improvvisamente ci travolga?

Così il ricordo diviene tangibilmente concreto e prende il passo sulla realtà riportandoci a paradisi perduti o anche ad inferni abissali… Vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo senza Profumo? 

Da svariate generazioni i ricercatori hanno tentato di scoprire il mistero che presiede all’evoluzione del senso dell’olfatto ritrovandosi  a percorrere un viaggio avventuroso al centro del cervello, giungendo a stabilire che gli stimoli olfattivi raggiungono direttamente il sistema limbico, senza passare la corteccia cerebrale, come invece succede agli altri stimoli sensoriali. Ecco perché ancor prima di percepire e renderci conto di un profumo, esso ha già condizionato il nostro inconscio. 

Cosa sarebbe il desiderio se la pelle del nostro amato non emanasse alcun sentore? Amare non è anche lasciarsi catturare e prendere dal profumo dell’altro? I feromoni influenzano la scelta del partner sia per gli uomini che per gli animali e se ci pensiamo bene non entreremmo mai in contatto con una persona il cui odore corporeo non ci aggrada! 

Divertissement, afflizione, la ricerca del profumo non segue altre vie che quella dell’ossessione” diceva Colette ed è questa ricerca che anima il “maître parfumeur” che si avventura nei paesi più esotici e lontani con la speranza di scoprire un sentore mai e poi mai provato e per selezionare le migliori basi naturali, gli ingredienti di raffinata qualità per creare quello che nel gergo dei profumieri-compositori si chiama «le jus».

Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze, una delle più antiche al mondo. Qui la sala di vendita occupa l’antica cappella la cui volta è ornata da affreschi.

Il profumiere è per l’appunto un compositore bizzarro e sensibile, un ricercatore, un musicista uno stregone che crea assembla e armonizza note accordi e disaccordi; non a caso per descrivere una fragranza si parla di «piramide olfattiva» le cui note di testa (quelle che si percepiscono al momento dell’aspergine, per intenderci) donano  una sorta di «prima impressione», più volatile, mentre le note di cuore e quelle di coda (o di base) conferiscono il timbro e la persistenza alla fragranza. 

Ma prudenza! I profumi sono pieni di stratagemmi e se li tratterete con negligenza, spiffereranno i vostri segreti ai quattro venti…

 Louise de Vilmorin

* In copertina, i petali di rosa damascena vengono aerati a lungo prima di essere distillati. Ben cinque tonnellate di questi fiori sono necessarie per ottenere un chilo di olio essenziale. Qui, hangar della Usine Givaudan-Roure, a Grasse.

Tessa Gelisio

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Alessandra Vittoria Pegrassi
Andrea G. Pinketts (noto scrittore noir Milanese mio amico di cuore, mio braccio destro e alle volte pure sinistro) aveva già inquadrato ed incoraggiato il mio senso del gusto, o meglio del buon gusto, quando quindicenne andavo a comprarmi da un droghiere del quadrilatero, facendomi fuori la paghetta mensile, aulentissimi bonbons alla violetta, meringhette all’anice e collutori ai petali di rosa. Questa precoce ma solida ricerca del buono anche sinesteticamente parlando mi ha poi condotta a Parigi ove un profumiere stregone mi ha insegnato pian pianino e svelato poi i prodigi della composizione dei bouquet e delle sue note...

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