Il Privé di Davide Bertellini

Raffaello Tonon

Chi sei?

Sul piano professionale, Raffaello Tonon è innanzitutto una persona innamorata del proprio lavoro; anzi, non lo ritengo neanche un lavoro, non perché non lo faccia con impegno e professionalità, ma perché lo vedo più come una fortuna. Raffaello Tonon è un televenditore, un opinionista, un uomo che sta facendo tutto ciò che lo possa portare a quella che veramente sarà la sua piena realizzazione, cioè la conduzione di un programma televisivo. Amo la radio e la televisione come due figlie: se mi chiedessi a chi voglio più bene non potrei rispondere perché, pur essendo due cose profondamente diverse, ognuna ha delle caratteristiche peculiari, che amo alla follia.  

Sul lavoro sono severissimo con me stesso; lo sono anche nei confronti dei miei collaboratori.

Ciò deriva semplicemente dal fatto che mia madre mi ha insegnato che nella vita non bisogna rubare né far perdere tempo alla gente. Metto sempre al primo posto il rispetto per l’essere umano. Poi, vengono anche il rispetto professionale e il rispetto affettivo, ma prima di tutto quando lavoro viene il rispetto per gli altri, per il lavoro degli altri.

Dal punto di vista personale mi riconosco molto nella canzone “Combattente” di Fiorella Mannoia.

Ho dovuto sempre lottare e, nonostante abbia avuto la fortuna di nascere in una famiglia agiata, mi sono mancate altre cose, soprattutto nell’ambito della sfera sentimentale. A 41 anni penso di essere (grazie al cielo) una persona non ancora risolta, e consapevole del cammino che deve fare per cercare di risolvere ciò che ancora non lo è stato. Sicuramente, sono soddisfatto di me stesso dal punto di vista umano: quando chiamo una persona, oltre a chiedere se disturbo (che è l’ABC della vita in quanto educazione e dovere sociale) chiedo sempre: “Come stai?
Sono sicuramente, ripeto, una persona fortunata perché dal 2003 a oggi campo grazie a un lavoro che per me non è un lavoro ma, al contempo, posso dire di essermi guadagnato quello che ho. Mi presento esternamente come una persona dalla grande sicurezza e spigliatezza, ma dentro di me ho ancora la capacità di imbarazzarmi, di essere timido e, soprattutto, di commuovermi.

In amore non sono stato particolarmente fortunato, ma credo che l’amore sia un dovere – e ti prego di citarlo testualmente! – prima di tutto nei confronti di se stessi. Poi, è doveroso capire che nulla è per sempre, che le favole finiscono, ma allo stesso tempo che non bisogna smettere di credere alle favole. Io credo ancora alla favola della vita, dell’innamoramento, e della possibilità di stringere rapporti umani molto forti.

Ho poi imparato che nella vita ci sono pochissime, vere amicizie; quelle che, anche se per breve tempo, possono sostituire la magia e l’esclusività dell’amore.

Qual è la tua più grande passione?

Le mie più grandi passioni sono la lettura e l’essere umano.

Sono curioso anche del pettegolezzo, e in generale di tutto ciò che mi circonda e che è animato. Ciò che non è animato (ad esempio, la Cappella Sistina) posso vederlo dal vivo, ma, in mancanza, posso anche conoscerlo tramite i libri. I meandri dell’uomo, invece, li conosci in autobus, dialogando con il tassista che ti sta trasportando da qualche parte, o con la persona che è seduta di fianco a te in treno durante un viaggio. Libri e genere umano, per me, vanno di pari passo.

Qual è la tua più grande paura?

La mia più grande paura è di morire povero e solo. Ho poi paura di non poter continuare a fare il mio lavoro.

Qual è il tuo colore preferito?

Il blu, senza ombra di dubbio.

In quale epoca viviamo?

Viviamo in un’epoca in cui la crisi economica si traduce in una crisi dei costumi. Facendo un paragone, ad esempio, con la Rivoluzione Industriale, in quegli anni la fantasia, l’ingegno, e la volontà delle persone di migliorare consentirono di superare qualsiasi tipo di crisi.

Oggi, invece, mancano la disciplina, in primis, e l’inventiva; poi, probabilmente, ci sono troppi redditi di cittadinanza.

Cosa c’è nel tuo bicchiere?

Nel mio bicchiere, oggi, c’è un buon bourbon che scalda il mio cuore quando è freddo. Un tempo non sarebbe bastato; grazie al cielo, oggi con mezzo bicchiere di bourbon riesco nel mio intento e ho imparato ad accontentarmi anche di questo.

L’ultimo pasto prima del patibolo?

Ringraziare Dio di avere la madre che ho avuto, innanzitutto, con un bel piatto di passatelli in brodo che mi ricordano la mia terra di adozione, ossia la Romagna.

Fumatore?

Si, sono un fumatore ahimè accanito, ma non pentito.

Il libro sul comodino?

Il libro che ci sarà sempre sul comodino è “I Promessi Sposi”, perché ci insegna che il mondo è rotondo.

Certe figure umane, di alto e basso profilo, sono sempre esistite, i migliori e i peggiori impulsi dell’uomo sono sempre uguali.

Cambiano solo le epoche, i vestiti, e modi e mezzi di esprimersi; ad esempio, i leoni da tastiera di oggi sono equiparabili a coloro che, in epoca manzoniana, gridavano “Dagli all’untore!”. È un romanzo che davvero vale per tutte le stagioni dell’essere umano.

Cosa accadrà domani?

Domani accadrà, secondo me, che ci sarà un numero sempre maggiore di coltelli fra i denti degli individui, in tutto il mondo. Nel mondo di Raffaello, si continuerà sempre a rinfocolare con pervicacia la volontà di essere una persona serena, e per bene. 
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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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