Bartitsu

Bartitsu

Dunque ci siamo, ecco BARTITSU, uno spazio che naturalmente come tutte le cose belle è assolutamente inutile e ha la pretesa di parlare di tutto e di niente… ma con stile e soprattutto con forza.

Attenzione però! Se vi parlo di forza non sto soltanto facendo riferimento a quella fisica, che si deve sempre avere (Mishima diceva “Bisogna traboccare di forza vitale e preservare la propria energia al cento per cento”) ma anche a quella spirituale, estetica, individualista, quella forza che può permettere di dire “no” in un mondo di affettati e inerti Monsieur Oui Oui, quella della scelta consapevole, del sapersi riservare attimi importanti nella propria vita e non per forza in giacca e cravatta ma anche in jeans e anfibi, la forza della consapevolezza dell’ ‘essere’ e non dell’ ‘apparire’, una malattia che ha contagiato inesorabilmente tutti i substrati sociali della nostra società.

E allora arriva BARTITSU, e vi chiederete “Ma che è Bartitsu? Ma che vvoi a matto?!”, il Bartitsu è stata la prima forma di arti marziali miste sviluppata in Europa – in Inghilterra per la precisione – da Edward William Barton-Wright, negli anni dal 1898 al 1902.

Il nostro Edward, dopo vari anni in Giappone tornò in patria con un’arte di autodifesa che prendeva il nome dal suo cognome e lo tsu (da jutsu, che significa ‘arte’) di jujutsu e comprendeva un sistema ragionato di allenamento fisico, quasi prodromo del bodybuilding, la mescolanza di judo, pugilato, lotta svizzera, savate e difesa con la canne (combattimento con bastone).

All’inizio tanto fu il clamore che si formò anche un Bartitsu Club, dove si potevano apprendere le nozioni e le tecniche e addirittura Sir Arthur Conan Doyle citò, con il nome di Baritsu, questa disciplina…

Avete presente il combattimento di Robert Downey Jr.? Ecco, quello è Bartitsu.

Tra varie vicissitudini e come molti anticipatori dei tempi, Edward vide andare in declino la sua scuola, pur continuando a insegnare probabilmente fino agli anni 20 del ‘900 e poi, con il movimento hipster e non solo, negli anni 2000 si sono cominciate a riformare scuole e club di Bartitsu.

Oggi che le MMA (Mixed Martial Arts) spopolano con la loro schiettezza fatta di sangue e arena, il Bartitsu ricorda come si debba essere interdisciplinari, guerrieri eleganti, che con stile e ferocia sono pronti a difendere i loro valori e i loro cari: giacche, bretelle, una buona rasatura, un bastone da passeggio, una cravatta tutto può rappresentare un vero e proprio stile ostile, ostile al brutto e al logorio moderno che ci vuole accondiscendenti di tutto nella posizione del pi greco mezzi.

Quindi in questo spazio parleremo di oggetti, bellezza, forma e sostanza, di come indossare una cravatta ma anche di come usarla per difendersi da un coltello… o forse no, parleremo e basta, da uomini e donne liberi che difendono il loro avamposto, negli occhi e nelle bocche dei propri avversari percepito come avamposto nemico e inviolabile.

Fuori i secondi…

La Tavola di Pasqua

Previous article

Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli

Next article
Alex Pietrogiacomi
Giornalista, scrittore, ufficio stampa e consulente editoriale, da anni indaga la bellezza in ogni sua forma. Cura e ha ideato, la collana Blister Black Tie per Agenzia Alcatraz Edizioni. Ha pubblicato come autore e curatore, tra i vari titoli, TRATTATO DELLA VITA ELEGANTE, APOLOGIA DEL DUELLO, CHEZ D’ANNUNZIO, ELOGIO DELLO SNOBISMO, SEMPLICE,ELEGANTE, BIGLIETTO, PREGO, MISHIMA MARTIRE DELLA BELLEZZA e ha partecipato a molte raccolte di racconti e riviste lettterarie. Dal 1985 pratica a livello agonistico il Karate Shotokan e combatte nei pesi massimi, membro della Nazionale Master F.I.J.L.K.A.M. Assorbire è il verbo che più lo convince nella vita.

You may also like

1 Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *