Amigdala e sostanza P
Fumare in libertà è un’occasione per riflettere sul come, nel mondo degli avana e dei sigari in generale, si riproducono tutti quei fenomeni sociali che si manifestano nella società moderna afflitta da una sorta di caccia all’utente, al consumatore per cui, in nome della difesa dei suoi diritti e dell’orientamento al consumo, si fa di tutto e il contrario di tutto.
Esiste un mondo social in cui conta di più aver centinaia di migliaia di followers (o addirittura milioni) e per questo vi si svolge all’interno una funzione sociale. Questi personaggi “democraticamente eletti” dai seguaci – che probabilmente vorrebbero seguirne le orme – si chiamano “influencer”. Per ora nel piccolo mondo della comunità sigarofila non ci sono influencer o guru che lanciano mode o raccomandano prodotti, ma qualcosa si sta muovendo.
Qualcuno timidamente ha iniziato a distinguere tra fumatori che hanno cognizione tecnica e neofiti, chi ha un Corso Catadores o Academia Habanos e altri che ritengono inutile ogni formazione, ma di fatto spesso e sovente i presunti “tecnici”, quando si industriano per raccogliere pubblicità e fare business, usano i fumatori, le reazioni ed emozioni per tentare di influenzare le loro scelte o addirittura tentare di influenzarne anche i consumi.
Questo compito finora era legato ai panel delle varie riviste e ad alcuni blogger, ma nella contemporaneità, in seguito all’aumento della platea, le iniziative si stanno moltiplicando.
«Le emozioni hanno relazioni con l’apparato cognitivo perché si lasciano modificare dalle persuasioni.»
Aristotele (Rhet. II,1378 a)
Alle emozioni corrisponde un modo di percepire, una reazione fisica rilevabile: pensiamo alla paura, alle pulsioni amorose, alla felicità, al disgusto e alla tristezza.
Fumando e assumendo nicotina il nostro corpo è indotto ad attivare diverse molecole che vanno dagli antiossidanti come il 2,6 di-ter-butir-para-cesolo a neurorecettori come l’adrenalina, la serotonina, la dopamina ovvero molecole neuroattive come le endorfine, le encefaline o la sostanza P.
Il lettore attento si sarà già chiesto cos’è la sostanza P.
Devo svelarvi che non la conoscevo – e non per questo avvertivo la “deficienza” – ma uno dei nostri soci (medico e specialista) che frequenta il fumoir di ASCC ha sopperito a questa lacuna: la Sostanza P è un neurotrasmettitore che modula gli effetti dovuti a segnali ormonali o nervosi.
Per capire meglio con un esempio pratico, pensate che il peperoncino (o meglio la capsaicina dei peperoncini) ne inibisce la produzione perché regolatore del dolore.
Ebbene le emozioni non sono forse stimolate da alcune di queste sostanze?
Non è forse uno stato emozionale quello che cerchiamo anche in termine di appagamento o soddisfazione per una buona fumata durante un aperitivo, prima di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro, o semplicemente per una pausa o durante una fumata dopo cena?
Responsabile di questi stati emotivi pare siano un paio di formazioni a forma di mandorla, da cui il nome amigdala.
Queste si trovano nel cervello e sono suddivise in quattro nuclei che svolgono “funzioni di integrazione tra le componenti comportamentali, neurovegetative e ormonali delle risposte emozionali.”
Queste parti del cervello sono integrate nel sistema limbico e sono responsabili nella formazione della memoria e nell’elaborazione delle informazioni olfattive, delle reazioni dei comportamenti di paura e di aggressività.
Sarà un caso, ma le mie devono essere particolarmente tarate su base reattiva alta.
Ognuno di noi ha due modalità di conoscenza che interagiscono tra di loro per costruire la vita mentale: la mente razionale e la mente emozionale.
La mente razionale è la modalità di comprensione della quale siamo solitamente coscienti; la mente emozionale è impulsiva e potente, ma a volte logica.
Potremmo dire, quindi, che la nicotina assunta durante la fumata attiva processi reattivi legati alla produzione ormonale e delle sensazioni producendo, in alcuni soggetti, attività “terapeutiche” a livello psicofisico. Pertanto, a seconda delle persone, stimola reazioni che sono temperate dal raziocinio che le riduce o le conforma a un’attività “considerata civile” (cioè rispettosa delle regole della convivenza e della libertà altrui), sempre se il raziocinio prevalga sullo stato emozionale.
Comprenderete che la chimica attiene alle reazioni emozionali in maniera direttamente proporzionale solo se tutto funziona in maniera corretta. Se le emozioni sono indotte o stimolate in maniera artificiale, però, ciò potrebbe portare alla convinzione che quello che si avverte sia il frutto di una reazione naturale, mentre in realtà è stata direttamente – o indirettamente o anche inconsciamente – provocata.
Illusionismo o solo presa di coscienza della reazione, percezione reale o influenza e rappresentazione della esistenza.
Pensate nel quotidiano quante persone affermano di dover fumare una sigaretta per poter attivare alcune funzioni essenziali legate al fisico. Potrebbe essere solo un auto-convincimento o una stimolazione ormonale di rilassamento di alcuni organi per effetto della nicotina. Chi può dirlo, ma se funziona…
Il fatto che questo fosse noto già in passato è evidente prendendo in considerazione alcune produzioni letterarie sul tabacco.
Spesso alcune affermazioni ci hanno portato a sorridere con sufficienza o addirittura a deridere alcuni studi primordiali sul tabacco alcuni corretti, altri di parte: quelli riportati da Stella nel primo trattato sul Tabacco e successivamente riassunti in diverse opere, per esempio. Che ci fossero diverse convinzioni lo dimostrano alcuni nomi dati al tabacco.
Molti erano legati alle reazioni osservate che portavano a chiamare quest’ultimo come “erba panacea”, “erba sana” e “sancta”, “erba priapea” (ovvie reazioni afrodisiache osservate), “erba della regina” riferita a Caterina de’ Medici e usata come sinonimo di “anti nevralgia” (mal di testa) perché pare fosse questo l’effetto del tabacco in polvere assunto per via nasale, E ancora “erba dell’ambasciatore” riferito a Tornabuoni, “erba Santacroce”, ma qui subentra invece il ruolo della Chiesa nella diffusione del tabacco in Italia (forse ne parleremo un giorno).
L’avversione verso il tabacco veniva immortalata da letteratura pseudoscientifica, soprattutto nordamericana, in interi trattati redatti da “illustri studiosi” intrisi di castronerie e indimostrate affermazioni dettate solo da pregiudizio, insomma vere e proprie battaglie contro il fumo: affermavano che il fumo provocasse la diffusione della sifilide, la evirazione, la perdita di memoria, nelle donne causasse una disponibilità a concedersi, inducesse ad atti violenti e, una volta associata all’alcool alla dissoluzione più grande, fosse la causa anche dell’aumento delle nascite di figli illegittimi!!!
Sigari dalla tipica chiusura pig tail, letteralmente “a coda di maiale”.
Lettura molto interessante e divertente!!! Complimenti!