Sensuale e regale, aristocratico ben oltre l’aristocrazia, Sean Connery è stato uno di quegli uomini per cui l’aspetto esteriore ha rappresentato nient’altro che il contraltare, più che esatto, di quello interiore che era acuto, intenso, ironico e intelligente; oggettivamente bellissimo e, soprattutto, scozzese; scozzese sin nel midollo.
Nato a Edimburgo in un giorno di fine estate da un camionista e da una donna delle pulizie, si dice che da ragazzo fosse molto fisico: amava giocare a calcio e perdersi nei grandi spazi della sua amata terra natale.
A 13 anni dovette abbandonare la scuola per sostenere finanziariamente la famiglia: in casa mancava tutto, perfino l’acqua calda.
Iniziò dunque a lavorare come lattaio e come assistente di un macellaio; si è arruolato in Marina, dove si è tatuato “mamma e papà” e “Scozia per sempre”: gli unici due tatuaggi che avrebbe mai avuto. Come il padre è stato camionista, ma non si è fatto mancare esperienze da bagnino, modello d’artista e addetto alle pulizie funebri fino a quando, all’età di 32 anni, fu finalmente scelto per il ruolo che avrebbe cambiato le sorti, non solo le sue ma anche quelle di tutto il mondo cosiddetto civilizzato: nacque James Bond.
Il resto è leggenda. Quella di un uomo sostanzialmente impossibile: desiderato dalle donne, ammirato dagli uomini, simbolo di tutte le virtù che l’uomo in terra potrà mai incarnare.
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