Mille et un flacons

Dell’arte di annusare

Il profumo ha avuto, in tempi più recenti, un ruolo di significativa compenetrazione sinestetica nel mondo dell’Arte, condizionando e perfezionando l’interpretazione e la percezione delle sue opere, intrecciando esperienze sensoriali che vanno ben oltre il semplice ammirare e/o sfiorare.
La PINACOTECA DI BRERA a Milano tempo addietro ha introdotto un percorso olfattivo in cui i visitatori potevano fiutare fragranze evocanti l’atmosfera delle creazioni esposte; recentemente ha introdotto un’interessante iniziativa in occasione della Giornata Nazionale del Profumo, tenutasi il 7 giugno 2024, presso l’ORTO BOTANICO DI BRERA, proponendo visite guidate a tema per consentire ai visitatori di esplorare i sentori aulenti dei fiori e della flora del suo prestigioso Brolo. Questo approccio multisensoriale ha coinvolto come mai prima gli spettatori, aiutandoli ad immergersi più profondamente nell’Arte e a stimolare emozioni e ricordi più tangibili. Sempre nel capoluogo meneghino, a Palazzo Reale, la mostra «Teatralità. Architetture per la meraviglia» di Patrizia Mussa, è stata accompagnata da profumazioni create ‘ad hoc’ per le 60 foto di teatri italiani, curata da Antonio Calbi, Direttore dell’Istituto di Cultura a Parigi.
Anche l’artista Sissel Tolaas, di natali norvegesi e residente a Berlino, una dei maggiori esperti Mondiali di odori, ha portato nella sua arte le competenze chimiche e scientifiche apprese, creando in vari Musei e Gallerie, installazioni olfattive ricreanti le esalazioni delle città e delle emozioni risultanti da esse: il ‘City SmellScape’, un insieme degli odori presenti in un’area urbana, in grado di suscitare sensazioni piacevoli o repellenti nelle persone che le fiutano. Questa geniale signora insegna, tra l’altro, Comunicazione Olfattiva presso l’Harvard Business School e annusa indefessamente, isola, intrappola e cataloga qualsiasi odore, oltre a essere la creatrice del primo Archivio di Odori al mondo, lo SMELL RESEARCH LAB.
Il suo manifesto appare chiaro: l’odore può anche farsi potente strumento narrativo, in particolare in ambito culturale. Nel 2005 ha presentato alla Biennale di Tirana il suo audace progetto ‘Sweat Fear | Fear Sweat’, incapsulando in delle rocce le molecole della traspirazione di venti individui accomunati dalla fobia per i corpi delle altre persone proprio mentre erano in preda a questo loro terrore e spiegò: “Sto cercando di aggiungere una storia a questo indumento indossato dalle persone”, dice. “Questo indumento è l’eredità del tempo. La patina è parte della storia. Non puliamo tutto. Viviamo in questo mondo in cui l’odore del corpo è tabù. Coprendolo e disinfettando tutto, fraintendiamo completamente ogni cosa…
Luca Vitone, artista italiano, nato a Genova nel 1964 e dal 2006 docente di scultura presso la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, aveva permeato dell’odore dolciastro di amianto, grazie a dei macchinari celati dietro una parete per la produzione del profumo, la sua sala espositiva alla Biennale del 2013. Una provocatoria scultura olfattiva creata da note di testa di rabarbaro svizzero, quelle di cuore di rabarbaro belga e con una coda finale di rabarbaro francese (nazioni dalle quali provenivano i dirigenti di Eternit). Un’occasione per fare annusare tangibilmente la tragedia brutale dei decessi correlati all’inalazione di questo materiale, il fibrocemento, altamente venefico.
Nell’aprile del 2022 al MUSEO DEL PRADO di Madrid, grazie ad Alejandro Vergara – curatore della sezione dei dipinti fiamminghi della Galleria – che ha commissionato alla profumeria catalana Puig il compito di realizzare il profumo di dieci dei soggetti rappresentati nel quadro di Bruegel il Vecchio ‘Allegoria dell’olfatto’, è stato possibile annusare in toto questo preziosissimo dipinto fiammingo. La tela, arcinota, effigia un putto mentre dona, ad una donna priva di vestiti, identificata come Venere, un fastello di fiori.
Qui sono rappresentati più di 80 diverse specie tra corolle, piante, insetti, animali e una serie di oggetti evocanti il mondo dei profumi, come delle anfore e ampolle disseminate qua e là, atte a contenere le essenze. Ne è sortito un capolavoro olfattivo di neroli, gelsomini, narcisi poetici, fico, ma colpisce anche il profumo dei guantini di cotone appoggiati da una parte non troppo lontana dalla Venere e addirittura quello dello zibetto, il cui peculiare sentore è stato riprodotto, ovviamente, grazie all’ausilio della chimica.
(…CONTINUA)
...segui Alessandra.

Riccardo Cotarella

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Alessandra Vittoria Pegrassi
Andrea G. Pinketts (noto scrittore noir Milanese mio amico di cuore, mio braccio destro e alle volte pure sinistro) aveva già inquadrato ed incoraggiato il mio senso del gusto, o meglio del buon gusto, quando quindicenne andavo a comprarmi da un droghiere del quadrilatero, facendomi fuori la paghetta mensile, aulentissimi bonbons alla violetta, meringhette all’anice e collutori ai petali di rosa. Questa precoce ma solida ricerca del buono anche sinesteticamente parlando mi ha poi condotta a Parigi ove un profumiere stregone mi ha insegnato pian pianino e svelato poi i prodigi della composizione dei bouquet e delle sue note...

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