Chi sei?
Sono una persona che nutre reali passioni per tutto quello che riguarda l’innovazione e la tecnica; sono una persona molto precisa, meticolosa e rigorosa. Per me non esistono problemi o limiti: se ci si impegna molto e si crede nelle cose, allora nella vita è possibile realizzare tutto; compatibilmente col proprio livello di conoscenza e di competenza, ovviamente.
La più grande passione?
Sicuramente l’agricoltura, in particolare la viticoltura, oltre che la scienza e la tecnica.
E la più grande paura?
Non saprei rispondere. La paura è una cosa che, in qualche misura, bisogna mantenere sotto controllo: ma non posso dire di aver paura di qualcosa. Cerco di fare bene e di essere una persona corretta. Uno potrebbe dire che ha paura della morte ma, come sappiamo, fa parte della nostra vita: nasciamo, se possibile lasciamo una traccia positiva e poi, comunque, dobbiamo andare nelle braccia di qualcun altro.
Il colore preferito?
Mi piace molto il blu.
In quale epoca viviamo?
Viviamo in un’epoca di grande trasformazione, di grande evoluzione sociale, culturale ed economica. Viviamo in un’epoca in cui il vecchio e il nuovo cominciano a fare capolino, si scontrano: ci saranno tantissimi cambiamenti nella società umana.
Cosa c’è dentro il bicchiere?
Sono un ottimista e per me il bicchiere è sempre mezzo pieno. Di vino ovviamente.
L’ultimo pasto prima del patibolo?
(n.d.r. ride) Sono una persona dai gusti molto semplici; teoricamente un piatto di fagioli e cicoria con un goccino di olio a crudo e una bella fetta di pane.
Fumatore?
Non sono mai stato fumatore.
Libro sul comodino?
In questo momento sto leggendo un libro molto interessante sul fallimento e lo sviluppo delle nazioni di uno scrittore americano di origine turca.
Cosa accadrà domani?
Come dicevo prima sono convinto che domani ci saranno profondi cambiamenti sociali. Siamo a una grande svolta: le macchine stanno diventando sempre più parte della nostra vita e potrebbe esserci uno sviluppo dell’intelligenza artificiale in forma massiccia, come ad esempio già accade con la guida autonoma e le smart cities. Le macchine prenderanno tanto lavoro dagli umani e a questi ultimi basterà lavorare poco per ottenere molto di più e ritrovare se stessi.
Mi piacerebbe pensare che l’umanità si ritrovasse in una nuova Agorà dove discutere di tutto: della società, di Dio. Perché siamo qui? Cosa facciamo?
Io penso che l’uomo possa vivere ancora meglio di come ha fatto fino adesso. Mi piacerebbe che l’Europa diventasse gli Stati Uniti d’Europa: tutto il mondo ne gioverebbe perché è il continente che, nella storia, ha espresso le cose più grandiose: a partire dal diritto romano passando dalle scienze e per finire nelle arti.
Da un punto di vista più personale, parlando di Podere Forte, è un sogno che sto realizzando adagio adagio.
Una verifica personale. I vini diventano sempre più profondi, più veri e più identitari. Stiamo dando al vino l’identità del luogo perché il luogo è marcatore del gusto.
I suoli trattati bene – i suoli viventi possono effettivamente incidere enormemente sul gusto del prodotto che in quel luogo è coltivato; a maggior ragione la vite. In un bicchiere di vino possiamo trovarci un ambiente, un territorio; il sapore di quella specifica parcella. Questo è quello che sto sviluppando: dare un’identità a ogni luogo. Man mano che la parcella si evolve e matura creo un nuovo vino. C’è un legame profondo tra il vino e la sua parcella.
E ci saranno diverse novità anche quest’anno.
* foto di PhGabrieleForti
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