1. Spetta a Tapputi, il titolo di prima donna Chimica e Naso della Storia e citata in una tavoletta d’argilla in scrittura cuneiforme risalante intorno al 1200.
Impiegava fiori, oli e lavorava alacremente alla Corte dei Re Babilonesi, nell’antica Mesopotamia, realizzando loro i profumi più graditi, impiegando gommoresine, olii, erbe e balsami ai quali aggiungeva acqua o altri solventi, li distillava e poi filtrava.
2. Il primo modo di indossare il Profumo fu reso possibile grazie ai fabbricanti di Grasse (Maîtres Parfumeurs et Gantiers) che distillavano l’essenza di lavanda nelle fabbriche di guanti.
I guanti profumati divennero un “must have” grazie alle Magistrae Elegantiarum di Francia, Inghilterra ed Italia; in ambito nazionale, la Principessa di Nerola, Marie Anne de La Trémoille, seconda moglie di Flavio Orsini, soleva imbibire i suoi guantini, la toilette e i suoi armadi, con l’essenza di fiori di arancio amaro.
In seguito questo olio essenziale fu ribattezzato “Neroli”, in onore della sua blasonata e devota appassionata.
3. Nei tempi passati quando la Peste flagellava e falciava milioni di vittime, si soleva accendere enormi falò nelle strade per coprire i miasmi della malattia, inoltre si bruciavano erbe aromatiche all’interno delle abitazioni nell’augurio che il fumo le purificasse e mettesse in fuga il terribile morbo.
I medici in prima linea contro questa, indossavano grosse maschere” protettive, con un beccuccio al cui interno venivano posti fieno, erbe speziate ed essenze aromatiche che inalavano per cercare di mitigare l’aria irrespirabile emanata dai pazienti e, secondo la dottrina miasmatico-umorale, per evitare il contagio che era attribuito all’”aria cattiva”.
4. La storia della Profumeria, come più volte abbiamo sottolineato, è costellata dall’impiego di innumerevoli ingredienti di origine naturale e animale. Tra questi, la pregiatissima Ambra grigia, dal sentore dolce, avvolgente e penetrante, viene prodotta dall’apparato digerente del capodoglio (Physeter macrocephalus) e viene rinvenuta lungo le spiagge in uno stato di deiezione solida; una volta essiccata al sole, diventa grigia, cerea e assume un delizioso sentore di tabacco dolce. Il profumo delizioso del muschio selvatico, ad esempio, non ha nulla a che vedere con il mondo vegetale e soffice del sottobosco, bensì è la sostanza odorosa secreta dalle ghiandole peri-anali degli zibetti africani che emettono come attraente sessuale durante l’accoppiamento.
5. Molti Nasi sono affetti da una singolare sindrome neurologica, chiamiamolo più che altro “dono”, che genera una connessione tra alcuni sensi. Le persone “affette” da questa particolare sinestesia possono, ad esempio, visualizzare gli odori come colori e viceversa ma non elaborano associazioni convenzionali e usitate tipo “profumo di erba – verde”.
6. Per i Maestri Profumieri annusare essenze quotidianamente è un lavoro piacevole, sì, ma anche decisamente impegnativo e logorante col tempo. Un ausilio importante proviene senza dubbio dal caffè, non inteso come bevanda da sorbire, bensì in chicchi: basterà annusarne per qualche secondo il loro aroma, per resettare l’olfatto turbato da mille sentori, combattere la stanchezza olfattiva e procedere così alla sperimentazione di nuovi Bouquet.
7. Svariate ricerche hanno evidenziato che gli uomini eleggono come odore preferito in assoluto quello della “colazione appena fatta”, un mix di latte appena bruciacchiato, di burro e di caffè, mentre le donne prediligono quello della pelle dei bambini e del bucato messo ad asciugare al sole.
...segui Alessandra.
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