Il Privé di Davide Bertellini

Gianluigi Nuzzi

Chi sei?

Sono un artigiano dell’informazione. Una persona che fa da trent’anni inchieste approfondite o forse meglio, “un pescatore di profondità”, che va a cercare notizie o informazioni che magari sfuggono nella quotidianità del bombardamento mediatico a cui tutti noi siamo sottoposti. Questa è la mission che mi sono dato e che amo.

La tua più grande passione?

La mia più grande passione è il piacere dell’ironia e dell’autoironia nel confronto con gli altri.

La tua più grande paura?

La paura della morte perché fino a pochi anni fa il pensiero di morire era lontano; man mano che si diventa “meno giovani” la morte incomincia ad appalesarsi in molti modi: con un invecchiamento del proprio corpo e con la scomparsa delle persone che si conoscono che cominciano a mancare con una certa frequenza. Non sono in una situazione a rischio ma la morte mi fa paura perché non sono attrezzato.

Il tuo colore preferito?

Il blu; il blu del mare

In quale epoca viviamo?

Io la vedo come un’epoca di grandi occasioni, al di là delle morti che purtroppo hanno colpito tante persone.

È, difatti, una grande occasione perché rallentando i ritmi non si hanno più alibi per non pensare a se stessi.

Cosa c’è dentro al bicchiere?

In genere c’è del vino perché amo il vino, sia bianco che rosso. Oggi però nel bicchiere c’è sicuramente un buon rosso, rigorosamente italiano: benché non disdegni le altre nazioni, infatti, per me il vino è italiano. 

L’ultimo pasto prima del patibolo?

Oddio… be’ sicuramente una pizza Margherita.

Fumatore?

Sì, sono stato fumatore; poi, per fortuna, avevo annunciato alla mia attuale compagna quando la corteggiavo che ero un uomo capace di fare scelte impensabili tra le quali smettere di fumare… e così ho smesso. Invidio molto i fumatori e detesto gli ex-fumatori tignosi coi fumatori che sputano nel piatto dove hanno mangiato per tanti anni. Fumare è un piacere insuperabile, un rito antico. Sono un ex-fumatore consapevole del fatto che fumare faccia male e quindi sono dispiaciuto di avere avuto questo vizio ma al tempo stesso mi danno fastidio quelli che diventano super salutisti dopo essere stati fumatori per anni.

Il libro sul comodino?

Ho appena letto “Una stanza piena di gente” di Daniel Keyes, un collega americano. È un saggio su un serial killer americano che aveva oltre cinquanta personalità; era affetto da quello che si chiama tecnicamente “difetto di personalità multipla” che è un profilo poco conosciuto nella psichiatria forense italiana e non contemplato dal diritto italiano. In pratica convivono nella stessa persona diverse personalità che hanno anche lingue diverse, hanno accenti, sessi diversi. Non si tratta di cose esoteriche ma è scientificamente provato che si scompongono e compongono e questo saggio quindi  è molto affascinante. Il fatto, poi, che me lo abbia regalato mio figlio – che ha undici anni – mi fa riflettere.

Cosa accadrà domani?

Io sono fermamente, intimamente ottimista. Non sono uno di quelli che pensa che il mondo stia finendo e che ci stiamo estinguendo. Penso che, seppur non alla velocità che vorremmo, siamo in miglioramento ineluttabile. Se guardiamo i dati dell’età media della popolazione mondiale e della scomposizione della ricchezza il miglioramento è evidente; sono profondamente darwiniano anche in questo e quindi applico tale declinazione anche alla mia esistenza, cercando sempre di migliorare per ambizione personale. Non per il successo o per popolarità.

L’ambizione è essere soddisfatti con se stessi: pertanto è utile all’evoluzione, anche se ci fa fare cose stravaganti.

Un esempio? Due anni fa ho fatto un investimento che mi ha fatto sorridere perché era un investimento del cuore ma, poi, mi sono ritrovato con un investimento anche economico. Per la prima volta nella mia vita ho comprato una botte di vino perché credevo nel progetto di un amico, Massimo Gianolli, che con La Collina dei Ciliegi ha avviato qualcosa che ho trovato molto empatico: credere nel territorio dove ha le radici la sua famiglia e, da questo, realizzare un grande Amarone, Ciliegio. È questo il vino che mi ha accompagnato durante tutto il lockdown…
Ho comprato la botte dando dunque un piccolo contributo al progetto di un amico: ho fatto un investimento col e del cuore. Poi, mi sono accorto che questo investimento, col tempo, valeva più di quanto io avessi investito, ma al posto di rivenderlo ho voluto tenerlo: Ciliegio è diventato il vino che mi accompagna nelle cene importanti. Come l’altra sera, quando ero a cena da amici preziosi in quel di Bassano del Grappa, tra cui Sammy Basso, il quale il giorno dopo mi ha telefonato dicendomi che aveva ancora quel retrogusto importante di Amarone.

Eccolo il dono della consanguineità che si ha tra amici: si hanno emotività simili. E sicuramente se Massimo conoscesse Sammy si ritroverebbero allo stesso modo in cui mi ci sono ritrovato io.

Massimo stesso, del resto, è un uomo che a me piace molto perché ha la capacità di essere molto veloce sia come imprenditore che come uomo, legato alla propria famiglia e alle proprie amicizie. Il che è molto raro di questi tempi.
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Davide Bertellini
Folgorato fin dai primi anni dell'adolescenza da un'inarrestabile e sempre crescente "passione gourmet" a 21 anni aveva già fatto due volte il giro del mondo. Oggi, imprenditore nel campo della moda e del lifestyle, ha sostituito alla palestra il ristorante e, in qualità di jetsetter, frequenta i più importanti party e charity events nel mondo. Poliglotta, con la scusa di girare il mondo per il suo lavoro nel campo della moda frequenta i più bei ristoranti alla ricerca di quello migliore, che purtroppo non ha ancora trovato. Founding member Gustavia Yacht Club di St. Barth, è anche top reviewer italiano della guida americana Opinionated About Dining, scrive su Identità Golose per Paolo Marchi e su Passione Gourmet, al quale è affiliato a capo della direzione marketing. Sogno nel cassetto? Un tour mondiale dei ristoranti “3 stelle” della Guida Michelin con fotografo, ghostwriter e jet privato.

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